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Cronaca

JESI L’INCURIA CHE NUOCE AL VANTO DELLA CITTÀ

La cassetta della posta, con lo sportello divelto e tristemente appoggiato a terra (foto CriCo)

La cassetta della posta, con lo sportello divelto e tristemente appoggiato a terra (foto CriCo)

Un mucchietto di panni gettati lì, vicino alla statua di Federico II, che stazionano tra l’incuranza generale (foto CriCo)

Un mucchietto di panni gettati lì, vicino alla statua di Federico II, che stazionano tra l’incuranza generale (foto CriCo)

Un pacchetto di pop corn messo dentro la cassetta in metallo a muro. È lì da giorni (foto CriCo)

Un pacchetto di pop corn messo dentro la cassetta in metallo a muro. È lì da giorni (foto CriCo)

Una buca dove fanno bella mostra di sé tre esche topicida, una delle quali mangiucchiata (foto CriCo)

Una buca dove fanno bella mostra di sé tre esche topicida, una delle quali mangiucchiata (foto CriCo)

JESI, 12 gennaio 2016 –  Un pacchetto di pop corn messo dentro la cassetta in metallo a muro, che ha conosciuto tempi migliori, dove si scorge una tubatura, probabilmente dell’acqua. È  lì da giorni.

Poco più in là un’altra cassetta, stavolta della posta, con lo sportello divelto e tristemente appoggiato a terra.

Girato l’angolo, subito sulla sinistra, tra le pietre della pavimentazione sconnessa,  una buca dove fanno bella mostra di sé tre esche topicida, una delle quali mangiucchiata. Ci dovrebbe essere un bel traffico di ratti da quelle parti…

I muri di alcuni edifici imbrattati dalle solite scritte con lo spray e, per finire, in fondo alla via i cassonetti dell’immondizia, come dire, a cielo aperto.

Non siamo in periferia – anche se questo non vuol dire che certe zone non debbano avere la loro dignità – ma in via Mario Angeloni (già vicolo dell’Istituto), che si affaccia su corso Matteotti e nella quale si trova la sede della nostra Università, Fondazione Angelo Colocci.

Certamente uno dei luoghi più frequentati della nostra città, soprattutto da chi viene da fuori per studiare.

Messa così, non possiamo dire che offriamo a quanti si recano nel prestigioso palazzo, una buona  immagine di Jesi. Eppure ci vorrebbe così poco.

Se poi, in questi giorni, a qualcuno venisse in mente di dare uno sguardo al monumento del nostro Federico II, al Montirozzo, altro luogo visitabile in special modo dai turisti, tra le foglie portate e ammassate dal vento si potrebbe scorgere un mucchietto di panni gettati lì, vicino alla statua, che stazionano tra l’incuranza generale.

Non c’è proprio rispetto per niente e per nessuno. Neanche per un imperatore.

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