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Cronaca

JESI L’IRA DI BACCI: “ LA FONDAZIONE CARISJ VA CHIUSA”, MA IL DESTINO DELL’UNIVERSITÀ È NELLE MANI DI MACERATA

La Fondazione Carisj erogava finora alla Fondazione Colocci un contributo annuo fisso di 311.000 euro

La Fondazione Carisj erogava finora alla Fondazione Colocci un contributo annuo fisso di 311.000 euro

Alfio Bassotti ha fatto recapitare una lettera al presidente del Consiglio comunale (foto CriCo)

Alfio Bassotti ha fatto recapitare una lettera al presidente del Consiglio comunale (foto CriCo)

JESI, 29 febbraio 2016 –  Rumore di sciabole in Consiglio comunale. Altro che fioretto. Il fatto che il presidente della Fondazione Carisj, Alfio Bassotti – come era prevedibile, visti i presupposti – non si sia presentato, oggi alle 12.30 come da invito,  all’audizione alla quale era stato invitato, non è stata presa bene soprattutto dai consiglieri della maggioranza e dallo stesso sindaco, Massimo Bacci.

Che non sono stati teneri nei suoi confronti. E non gliel’hanno mandata a dire, anzi…

Per tutti il Sindaco che, una volta appreso ufficialmente che Bassotti non sarebbe venuto – ma lui sicuramente già lo sapeva…- non gli ha risparmiato critiche a tutto tondo, nel suo intervento.

Bacci ha sottolineato che non può farsi carico dei 311mila euro mancanti per la Fondazione Colocci

Bacci ha sottolineato che non può farsi carico dei 311mila euro mancanti per la Fondazione Colocci (foto CriCo)

Bassotti ha fatto recapitare una lettera «urgente con immediata consegna a mano» al presidente del Consiglio comunale, nella quale si dice «ringrazio il sig. presidente del Consiglio comunale di Jesi (Daniele Massaccesi – ndr – ), per il cortese invito a partecipare a una parte della seduta dell’organismo, programmata in data odierna (29 febbraio 2016), al fine di consentirmi di illustrare, ancora una volta, le regioni che non consentono alla Fondazione Carisj la continuazione dell’erogazione di contributi alla Fondazione Angelo Colocci. L’invito, che ci onora, non ci sembra necessario poiché sull’argomento ci si è già incontrati presso la sede municipale ben due volte in un mese: una con i soci della Fondazione Colocci e l’altra, durata circa tre ore, con la commissione consiliare di studio su Banca Marche. Occasioni, queste, in cui, come presidente della Fondazione Carisj, ho avuto l’opportunità di illustrare ampiamente le motivazioni che ci hanno portato a deliberare, unitariamente, il blocco dei finanziamenti anche alla Fondazione Angelo Colocci. Una posizione, questa, vale la pena ricordare, confermata dalla Fondazione Carisj con una lettera ufficiale inviata al sig. Sindaco, in data 29 gennaio 2016, di cui si allega copia (non pervenuta…) e del cui contenuto il primo cittadino potrà, se lo riterrà opportuno, dare lettura (che non c’è stata – ndr -); con ciò si limiterà l’impegno dell’aula consiliare a pochi minuti, permettendo ai consiglieri comunali la rapida ripresa dei loro lavori. Infine, preso realisticamente atto che in questi due mesi il nostro è stato purtroppo un dialogo difficile, con polemiche che non aiutano certo a far maturare solidarietà esterne da noi richieste e auspicate, per quanto ci riguarda, la lunga querelle aperta dal comune di Jesi con la Fondazione Carisj sulla Fondazione Colocci, termina qui. Grato della cortese collaborazione, mi è particolarmente gradita l’occasione per distintamente salutarla».

Altro che querelle «termina qui».

«La Fondazione Carisj – ha detto in sostanza il Sindaco – deve adoperarsi per fare un passo indietro e   permettere di reimpiegare il  residuo patrimonio di 14/15 milioni di euro che al momento risulta inutilizzato. Unica soluzione, in questo momento, è chiudere con la Fondazione Carisj, solo in questo modo si riuscirà a ottimizzare la gestione della sede distaccata di Jesi dell’università, salvaguardando anche il posto dei dipendenti. Se  ci riusciremo avremo fatto un vero e proprio miracolo».

Ma come riuscirci? La ricetta del Sindaco è semplice e, al contempo, difficile nella sua esecuzione: «I 310 mila euro che la Fondazione Carisj non garantisce più, non vanno annoverati affatto come elargizione liberale ma come impegno contrattuale, ribadito in due circostanze dallo stesso Bassotti. E gli impegni contrattuali si rispettano, altrimenti si lascia, si passa la mano. Noi come Comune non possiamo farci carico della somma mancante, caricandola sui contribuenti, ma una soluzione potrebbe esserci, e sto lavorando in questa direzione: vale a dire che, se l’università di Macerata vorrà continuare a mantenere la sede distaccata di Jesi, ormai consolidata, dovrà sacrificarsi e rinunciare al contributo che incamera. Altrimenti altri spazi non ce ne sono».

Affondo finale: «Se la Fondazione Colocci sarà costretta a chiudere i battenti in relazione alla gestione della sede universitaria distaccata sarà responsabilità della Fondazione Carisj. Solo sua».

(p.n.)

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