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JESI PEPPE SERVILLO ALL’HEMINGWAY THEATRE: L’INTERVISTA

Domenica a chiusura della manifestazione organizzata da Davide Zannotti

JESI, 21 agosto 2019 – Chiusura in grande stile per Hemingway Theatre in piazza delle Monachette. Dopo una settimana densa di appuntamenti significativi e di piece godibili e interessanti, sarà Peppe Servillo a chiudere domenica 25 agosto la rassegna ideata da Davide Zannotti.
Servillo sarà accompagnato sul palco dal mitico sassofonista Javier Girotto e dal pianista Natalio Mangalavite (foto in primo piano). Le origini argentine dei due celebri musicisti che accompagnano Peppe Servillo illustrano i contenuti del concerto jesino che si ispira a “Parientes”, nuovo album prodotto dai tre musicisti sei anni dopo la fortunata uscita di “Futbol”.

«Parientes – dice Servillo – è un viaggio nei ricordi, nelle persone, nell’immaginario di un popolo migrante che ha dato vita ad un’altra cultura e, nel contempo, ha preservato la propria portandovi nuova linfa; è un arco che si tende fra le sponde e nel tempo. Noi tre nei nostri dischi ci siamo mossi sempre su questo binario e anche questo lavoro è composto da brani della tradizione argentina e brani originali nostri. Abbiamo ritradotto in italiano alcune canzoni dando vita a questo piccolo viaggio di andata e ritorno che indaga sulla misura in cui la nostra cultura si è preservata e ha dato vita poi ad una realtà culturale completamente diversa come quella argentina».

Servillo parla anche della collaborazione con Girotto e Mangalavite: «Girotto e Mangalavite sono tornati a vivere in Europa, sono argentini di terza generazione, i loro nonni emigrarono dalle Marche, dalla Sicilia e dalla Puglia e la loro storia è caratterizzata dal fatto che i loro avi erano musicisti che avevano portato un contributo alla cultura popolare argentina. La collaborazione con Girotto mi ha dato un arricchimento del senso del ritmo, un modo di dividere la melodia ritmicamente. La cultura popolare argentina è nata dalla cultura popolare italiana».
«Così nascono avventure d’amore, ricordi, intrecci sentimentali – continua Peppe Servillo – e tra una milonga, un tango, una cumbia, emergono storie di vita vissuta, di fatiche quotidiane e voglia di riscatto, di legalità e delinquenza, e, perché no, di tradizioni culinarie da esportare e mantenere come tratto imprescindibile e distintivo di una comunità. I gruppi familiari, piccoli o grandi che siano, si rivelano custodi di un’umanità unica e universale. I “tanos  – diminutivo di “napoletanos” – son divenuti andini e viceversa, dando vita al nuovo che sa sempre di antico. Parientes, con le intense musiche e le parole pregne di gesti e storie, è per chi tiene il fuoco nell’anima, per chi odia e non lo dice mai, per chi ha l’amore negli occhi e il sole nel petto, ma si limita a ballare la vita con carisma e mistero».
Servillo parla anche dello spettacolo che ha dedicato a Domenico Modugno: «Uomini in frac è un omaggio a un grande uomo e a un artista che ha segnato la cultura popolare e la musica italiane e il fatto che Modugno sia vivo nei ricordi di tutti ci rende orgogliosi».

Gianluca Fenucci

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