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Cronaca

Jesi Ponte San Carlo: con la strada di cantiere si potrebbe guadare il fiume

Ipotesi proposta dalle ditte appaltatrici per non far rimanere isolata la zona di Minonna: a senso unico alternato, «ma serve un’attenta valutazione sull’idoneità della strada alla viabilità ordinaria»

di Tiziana Fenucci

Jesi, 26 ottobre 2022 – Si è svolto ieri sera presso i locali sottostanti alla chiesa di Sant’Antonio Abate, a Minonna, l’incontro dell’Amministrazione comunale con la cittadinanza residente per fare il punto sui lavori di demolizione e ricostruzione del ponte San Carlo.

«Per noi il cantiere inizia da questo incontro – ha spiegato il sindaco Lorenzo Fiordelmondo ai presenti – perché per un’opera pubblica di così grande importanzavogliamo condividere con voi una mappa delle azioni da svolgere, per orientarci nella complessità dell’opera».

Una complessità che prevede la valutazione della dimensione tecnico ingegneristica, per l’organizzazione del cantiere, di quella tecnico amministrativa, che riguarda le tempistiche dei lavori e della dimensione politica che deve far fronte ai disagi per la città e per gli abitanti del quartiere.

Presenti all’incontro anche l’ing. Luigino Dezi, che ha realizzato il progetto di demolizione e ricostruzione del ponte per il Comune di Jesi, l’ing. Manuela Marconi, tecnico degli uffici comunali e l’assessore alle infrastrutture Valeria Melappioni. 

Per gli aspetti tecnico-ingegneristici, l’ing. Dezi ha presentato una relazione dettagliata sulle criticità del vecchio ponte, come lo stato di degrado della struttura e la vulnerabilità idraulica e sismica, che hanno determinato la scelta di costruire la nuova struttura, evidenziandone i punti di forza: «Un impalcato metallico con 3 piloni in tutto, rispetto ai 9 di quello attuale, che risponde alle moderne normative di costruzione, per cui è prevista una distanza di 40 metri tra un pilone e l’altro, protezione sismica e idraulica. Adeguamento della sede stradale alla categoria E, con 2 ampie carreggiate accanto alle quali scorrerà la pista ciclo pedonale, in entrambi i sensi di marcia, che si ricollegherà alla ciclovia già presente». 

La partecipazione all’incontro su Ponte San Carlo

La fase preliminare

La fase più delicata dei lavori consisterà nello spostamento dei sottoservizi che al momento sono situati sul basamento del ponte: 2 condotte idriche, 1 del gas, i cavi dell’energia elettrica e della telefonia, per i quali si è previsto un provvisorio interramento sotto il fiume e il successivo ripristino dello stato attuale, a lavori ultimati. In questa fase il vecchio ponte sarà ancora aperto al traffico.

Tempistiche

Tre mesi circa per lo spostamento delle tubature, 1 anno per i lavori di demolizione e ricostruzione, tempistiche legate all’instabilità del fiume: ai momenti di secca e di piena, ha specificato Luigino Dezi. 

Un anno intero quindi, senza ponte, senza collegamento del quartiere Minonna con il resto della città e viceversa. Un periodo per cui l’Amministrazione comunale dovrà proporre scelte di viabilità alternativa.

Un momento dell’incontro con l’intervento del Sindaco

«A questo proposito – ha aggiunto l’ingegnere «la ditta appaltatrice ha proposto di creare una strada di cantiere. Si tratterebbe di un passaggio poco più alto della soglia del fiume, utile per gli spostamenti dei mezzi degli addetti ai lavori ma anche per i cittadini. Prevedrebbe un senso di marcia alternato e un marciapiede per spostarsi a piedi e consentirebbe il guado del fiume». 

La strada sarebbe sottoposta a monitoraggio costante del livello del fiume con la presenza di sensori per segnalare l’eventuale chiusura nei momenti di piena. Un’ipotesi che ha ottenuto da subito il consenso dei cittadini presenti all’incontro ma che dovrà essere sottoposta a un’attenta analisi da parte dei tecnici dell’Amministrazione comunale, ha sottolineato l’assessore Valeria Melappioni «trattandosi di una strada di cantiere, ci sono vari fattori da valutare riguardo al rischio di far passare i cittadini così vicino ai lavori» e «di certo – ha sottolineato il Sindaco – non sarebbe comunque idonea a sostenere il flusso di traffico attuale».

Il problema del guado del fiume resta il nodo cruciale tra le problematiche sollevate dai residenti, sia per le famiglie, che effettuano dai 4 agli 8 spostamenti al giorno, tra viaggi di lavoro e trasporto dei figli a scuola e alle attività sportive pomeridiane, sia per adulti e anziani che hanno sottolineato l’esigenza di poter accedere agevolmente ai servizi sanitari e di pronto intervento, nei casi di emergenza.

A questo proposito l’assessore Valeria Melappioni ha parlato di misure da valutare con i cittadini, che possano attenuare i disagi, proponendo «la creazione di un tavolo di coordinamento in prefettura e di un ufficio di prossimità istituzionale, dal quale il Comune possa rispondere quotidianamente alle problematiche dei residenti, un servizio farmaceutico in loco, una soluzione allo spostamento dei bambini a scuola mediante il trasporto pubblico, un questionario di valutazione dei bisogni da sottoporre ai residenti per modulare le offerte di servizi, funzionali alle reali necessità». 

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