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Cronaca

JESI SPECIALIZZATI IN FURTI DI CARPENTERIA: RECUPERATO BOTTINO PER UN VALORE DI 70MILA EURO

Il Maggiore Benedetto Iurlaro e il Tenente Maurizio Dino Guida

Il Maggiore Benedetto Iurlaro e il Tenente Maurizio Dino Guida

JESI, 5 novembre 2015 –   Diligenti come un gruppo di formiche guerriere: arrivavano, scassinavano, entravano e facevano razzia di tutto quello che potevano, caricando il bottino su un automezzo pesante adatto alla criminosa circostanza. Rubavano di tutto, tranne mezzi di trasporto, e non c’è stato scampo per varie di ditte di autotrasporti, cantieri edili, stazioni di servizio carburanti e autolavaggi, esercizi commerciali  di Jesi, Vallesina e zone di Senigallia, del Pesarese e del Fanese.

Ma non avevano fatto i conti con i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della compagnia di Jesi, diretto dal ten. Maurizio Guida che, al termine di mesi di indagini, pedinamenti, appostamenti, di un intenso lavoro sul campo, soprattutto di notte, coordinati dalla Procura dorica, li hanno chiusi  in una morsa dalla quale non sono più riusciti a divincolarsi.Carabinieri

E così per 11 moldavi, incensurati, due residenti a Jesi, uno di 30 anni l’altro di 32, basisti della nostra zona, gli altri del territorio fanese, con età dai 25 ai 40 anni, è scattata la trappola e ora  dovranno rispondere, davanti al magistrato di Ancona,  di furto aggravato in concorso, con obbligo di dimora per 4 di loro, compresi gli jesini, mentre gli altri 7 sono indagati senza alcuna misura cautelare.

Il comandante della compagnia di Jesi, maggiore Benedetto Iurlaro, ha delineato come questa operazione coronata da successo si ponga quale ultimo tassello di una più lunga e complessa indagine avviata a seguito di furti avvenuti negli ultimi otto mesi su tutto il territorio della Vallesina, con relative numerose denunce pervenute da proprietari e gestori, una ventina nella nostra zona, ma qualche centinaia nel computo totale.

Si stanno ora cercando i relativi proprietari dei materiali

Si stanno ora cercando i relativi proprietari dei materiali

Nel bottino, che per ora assomma ad un valore di 70 mila euro, rinvenuto a seguito di una perquisizione mirata in un capannone apparentemente abbandonato nella zona di Fano, c’era di tutto e questo tutto veniva contrabbandato in Moldavia, dove le richieste di mercato sono fiorenti, attraverso una catena di trasferimenti  sulla quale si sta indagando. Le indagini, infatti, sono ora principalmente indirizzate a capire attraverso quale canale avvenivano i trasferimenti illeciti e con quali mezzi.

Il materiale sequestrato consiste in attrezzatura da carpenteria edile di ogni tipo, impastatrici di cemento del valore di 30 mila euro, punte per trapano, motori marini, tagliaerba, decespugliatori, oggetti tecnici di altissima precisione, scatoloni di caffè e taniche di gasolio asportate da società di trasporto. Come è avvenuto per l’ultimo furto alla Sacsa, nella zona industriale. Insomma, una razzia completa di quanto il sodalizio criminale riusciva a trovare laddove aveva deciso di piazzare il colpo. Di tutta questa merce si stanno ora cercando i relativi proprietari, parte già individuati, e si stanno vagliando anche tutti gli ultimi atti criminosi per vedere se la paternità degli stessi possa essere ascritta ai moldavi.

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