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Cronaca

JESI SUL FUTURO DELL’UNIVERSITÀ IL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE COLOCCI CITA ANTONIO GRAMSCI

università1JESI, 27 febbraio 2016 –  «Ottimismo della volontà ma pessimismo della ragione».

Il professor Gabriele Fava, presidente della Fondazione Colocci che gestisce l’Università jesina, la inquadra così la situazione attuale riguardo alla sopravvivenza dell’ateneo, dopo il forzato disimpegno finanziario della Fondazione Carisj legato alle note vicende della liquidazione coatta della vecchia Banca Marche, con gli effetti devastanti che ne sono derivati.

Il presente è difficile, il futuro per ora imperscrutabile. Ma la voglia di andare avanti c’è, nonostante i problemi da affrontare e quelli già affrontati con successo. Segno di capacità che non andrebbero disperse ma ancor più motivate e spese nel migliore dei modi.

Comune e Fondazione Carisj sono ai ferri corti per via dei fondi da destinare all'Università (foto CriCo)

Comune e Fondazione Carisj sono ai ferri corti per via dei fondi da destinare all’Università (foto CriCo)

«Sì, perché il bilancio 2015 è in pareggio – spiega Fava – nonostante le quote conferite dai soci fondatori siano diminuite del 40 per cento, rispetto al passato, nell’arco di tre anni. Eppure sono stati garantiti gli stessi servizi per gli studenti e i docenti, il funzionamento puntuale dell’attività amministrativa e versato il contributo all’Università di Macerata. Anzi, l’offerta formativa è stata ampliata».

Tutto questo è potuto avvenire perché «al di là di piccoli risparmi complessivi, ho raggiunto un accordo con i dipendenti che ha contemplato la riduzione di una unità lavorativa e con gli altri 5 tutti a part time. Non solo, la convenzione con l’Università maceratese l’abbiamo rinnovata riducendo il compenso da 260 a 100 mila euro».

Dall’inizio di quest’anno, conti alla mano, mancano all’appello i 300 mila euro che la Fondazione Carisj destinava alla Colocci – quota che in precedenza era di 500 mila euro – mentre sono rimasti i 37 mila dei due istituti di credito, Banca Marche e Popolare di Ancona – prima erano 65 mila – e la quota del comune di Jesi di 130 mila, in precedenza 230 mila euro.

Il presidente della Fondazione Carisj, Alfio Bassotti

Il presidente della Fondazione Carisj, Alfio Bassotti

«Occorre che i quattro soci fondatori, insieme all’Università di Macerata, si siedano a un tavolo –  precisa Fava – per cercare di venire a capo del problema, ciascuno disposto a contribuire alla soluzione senza forzature e per quello che può. E’ quello che proporrò all’assemblea dei soci fondatori – in programma proprio nella giornata odierna, 26 febbraio – e al Cda. E dirò anche che noi siamo il topolino che al più si fa grande all’ombra dell’elefante, ma l’elefante siete voi».

Il totale degli iscritti per il 2015/2016 è orientativamente di 1.130 (il dato è ancora da confermare), in aumento netto rispetto agli anni precedenti

Il totale degli iscritti per il 2015/2016 è orientativamente di 1.130 (il dato è ancora da confermare), in aumento netto rispetto agli anni precedenti

Il presidente, comunque, si è dato da fare «ho preso contatti con alcuni imprenditori per sollecitarli a entrare come soci sostenitori in modo che possano contribuire con un loro impegno economico – la quota annuale è di 5 mila euro – e attendo risposte. So che si stanno muovendo sia la Fondazione Carisj che lo stesso Sindaco, ma ritengo importante l’atteggiamento di Banca Marche, la quale non può far finta che non sia all’origine di tutti i mali. All’attuale ad Luciano Goffi ho già espresso il mio convincimento che un loro sforzo in questa fase sarà un segnale importante per chi poi acquisirà l’istituto di credito se vorrà rappresentare le istanze del nostro territorio».

La strategia, comunque, deve partire e svilupparsi con il convincimento che «le divisioni fanno perdere, non portano mai alla vittoria. È un po’ come accade alla sinistra in questo paese, che preferisce perdere divisa piuttosto che vincere unita. Ma succede in tutti gli ambiti dell’agire umano».

A oggi, 520 sono stati gli studenti che si sono laureati a Jesi, una cinquantina o poco più all’anno

A oggi, 520 sono stati gli studenti che si sono laureati a Jesi, una cinquantina o poco più all’anno

Vale ricordare che dall’anno accademico 2006/2007 – l’inizio – a oggi, 520 sono stati gli studenti che si sono laureati a Jesi, una cinquantina o poco più all’anno. Il totale degli iscritti per il 2015/2016 è orientativamente di 1.130 (il dato è ancora da confermare), in aumento netto, comunque, rispetto agli anni precedenti.

La provenienza dei nuovi iscritti per il 2015/2016 vede il 20% da Jesi e la Vallesina, il 37% dal resto della provincia di Ancona, il 18% dalle altre province marchigiane e il 25% da fuori regione.

Numeri che chiedono uno sforzo e una unità d’intenti per preservare alla nostra città un altro istituto che deve continuare a vivere.

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