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LETTERE&OPINIONI “NOI CI SCHIERIAMO DALLA PARTE DELLA DONNA E DELLA LEGGE 194/78”

SANTA MARIA NUOVA – Che la Regione Marche dopo 5 mesi fosse finalmente informata su l’attuale stato di non applicazione della Legge 194/78 nell’ospedale Carlo Urbani di Jesi, una ricaduta frequente in questi ultimi anni, magari per il controllo assolto da un coordinamento cittadino di associazioni e dalla trasmissione di Rai3 Presa Diretta, ha portato questa Amministrazione Comunale a sentimenti di compiacimento e di sollievo. Un sentimento rafforzato dall’adempimento attento dello stesso riferimento di legge “La Regione ne controlla e garantisce l’attuazione”.

Ora però non possiamo non osservare che dopo il tempestivo interessamento del Presidente della IV Commissione Sanità della Regione e l’emancipazione della politica tutta sulla questione, continua la subordinazione della salute delle donne. Mai una volta che venga sovvertito l’ordine. Parole su parole, ma ad oggi questo servizio non c’è, in questi anni c’è e non c’è, c’è e non c’è: non c’è. Certo, la donna non si tocca nemmeno con un fiore, ma in questo caso l’IVG è un intervento sanitario posto a tutela della salute della donna che medici del SSN, dirigenti e amministratori dello Stato si rifiutano di prestare. Anche il “semplice” ritardo all’accesso al servizio è negazione di un diritto alla salute in quanto si espongono le donne a rischi maggiori e non bastano la volontà o i “prevediamo già dalle prossime settimane sedute con medici provenienti dall’ospedale di Senigallia”. Prevedere da l’idea di veggenza, occorrono tempi certi e immediati. Questo.

A fronte  di dati reali gravi, della totalità di medici obiettori in servizio, a fronte di quella che spesso è una obiezione di comodo che fa venir meno le ragioni stesse della rispettosa natura dell’istituto, a fronte di un negato servizio sanitario e il depotenziamento dell’azione del Consultorio, è evidente che il problema non è organizzativo: il problema è politico. L’obiezione di coscienza deve essere garantita, ma non lo è l’obiezione di struttura e non a scapito delle donne. Questo lo impone la L.194/78, il diritto costituzionale ed europeo. Quello che manca è una politica che applichi davvero le leggi e che renda il diritto di ciascuna donna concreto e reale. Senza alcun ostacolo. Si avvicendano i governi regionali ma non si vedono cambi di passo.

Stiamo assistendo a uno stravolgimento del significato del termine obiettore, i disobbedienti ormai sono coloro che applicano la legge e per questa Amministrazione nemmeno la mobilità del personale è una soluzione, lo abbiamo visto in questi anni. I medici non obiettori sono pochissimi. Costringerli alla mobilità su più strutture significherebbe “condannarli” a eseguire esclusivamente IVG, negando il resto della loro professionalità. Medici che nell’indifferenza generale permettono alla legge di non naufragare e alle donne di non soccombere.

Il Comune di Santa Maria Nuova fin dal 2013 si è schierato dalla parte delle donne e di una legge, affianco alle lotte civili delle associazioni, facendosi promotore di delibere per adunare politicamente tutti gli altri comuni, richiedere alla Regione il ripristino del servizio e soluzioni definitive, richiesta dati, adesione alla petizione, unico Comune ad essere punto 194 e oggi promotore di un incontro con una lettera inviata, pochi giorni or sono, ai Presidenti delle Assemblee di Ambito Territoriale e Area Vasta e ai Sindaci dei comuni interessati, di cui attendiamo convocazione.

Speriamo che il prossimo comunicato stampa della Regione sia per informare del ripristino del servizio con una soluzione definiva e con date certe.

Comune di Santa Maria Nuova

 

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