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“ANGELA, DANTE Y UMBRIA”, L’ULTIMO LAVORO DEL MAESTRO AQUILANTI

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Giancarlo Aquilanti

GUANAJUATO (Messico), 26 agosto 2015 – Dopo due opere liriche in tre atti, “Lot’s woman” (1994/96) e “Oxoford Companion” (2009/10) e dopo “The First Night at the Opera”, atto unico del 2012, il compositore di origine jesina, Giancarlo Aquilanti, si ripresenta in pubblico con “Angela, Dante y Umbria” ultima opera in lingua spagnola in due atti che, a differenza di quelle che l’hanno preceduta, non sarà rappresentata negli Stati Uniti, bensì a Guanajuato, la città del Messico, capitale dell’omonimo Stato e dove il M° Aquilanti ha trascorso gli ultimi mesi. Il dramma, su libretto di Benjamin Valdivia, professore presso l’università di Guanajuato, nonché apprezzato esponente della poesia e della letteratura messicana, racconta la vicenda di tre personaggi (quelli che danno il titolo all’opera) ambientata sia in città, con i suoi momenti caotici e drammatici, così come nel bosco dove, come tramandatoci dalla tradizione dell’opera barocca, si vivono i momenti più intimi e suggestivi della storia che si può riassumere con il racconto fattoci dallo stesso autore. “Dante si sente perduto nella città ed è alla ricerca dell’anima gemella che trova in Angela passeggiando nel bosco. Eè questa una donna calma, serena, ideale per un matrimonio duraturo. I due si innamorano e si sposano. La loro serenità viene messa a dura prova dalla presenza di Umbria. Umbria è la passione, la sfrontatezza ma, allo stesso tempo la donna che non vuole legami e “non cerca catene” come lei stessa canterà la prima volta che si presenta a Dante. Questi è infatuato della sua presenza, combattuto fino allo stremo tra queste due donne che rappresentano: una la certezza, la quiete, la sicurezza, l’altra la passione, il proibito, quasi un tormento. Il dramma si conclude con il ritorno alla solitudine nel caos della città di dante, abbandonato da Angela, ormai disillusa, ed allo stesso tempo anche da Umbria, spirito libero, senza vincoli né catene”.
Un dramma complesso ed intrigante, quello ideato da Valdivia e musicato da Aquilanti, una vicenda che, per certi versi, trova somiglianza con tante altre vissute realmente in qualche parte del mondo.
L’opera del compositore ed insegnante di musica jesino presso la Stanford University (Usa) andrà in scena al Teatro Juàrez il prossimo 3 settembre alle ore 20,30, con replica il successivo 5 alle ore 19,00. L’ingresso sarà vietato ai minori di 15 anni.
(Sedulio Brazzini)

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