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Cronaca

Caso Andreea L’avvocato Giuliani: «Avevo prospettato a Simone anche questo scenario»

«Non se lo aspettava, si sente in colpa ed è preoccupato, ma lo avevo preparato che tutto questo poteva succedere»

Moie – Dubbi, ipotesi, supposizioni, ruotano intorno al caso Andreea Rabciuc, certezze nessuna, per ora soltanto se e ma.

Simone Gresti resta l’unico indagato, «è sconvolto, – le parole del legale Emanuele Giuliani, dal suo studio di Moie, con lui sin dall’inizio di questa terribile vicenda -, ha reagito male, è rimasto agghiacciato, non si dà pace per non averla rincorsa quella sera, come aveva fatto tante altre volte».

Andreea, infatti, dopo una lite durante il festino nella roulotte insieme agli amici, stando a quanto ha sempre dichiarato Simone Gresti, che continua a dichiararsi innocente, si sarebbe allontanata lungo la Montecarottese da sola. Senza cellulare e senza soldi.

E, considerato quanto sta emergendo, di strada ne avrebbe fatta poca, perchè meno di un chilometro divide il casolare con la roulotte da quello dove sono srati rinvenuti quelli che sarebbero i suoi resti.

«Si sente in colpa, e non se lo perdona, non riesce a darsi pace – continua l’avvocato -, è preoccupato per il suo capo d’accusa – su di lui pesano l’omicidio volontario,lo spaccionon se lo aspettava, ma lo avevo preparato che tutto questo poteva succedere».

Nessuna specifica indicazione al riguardo per quanto riguarda l’autopsia se non che non ci sarebbero segni di traumi sui resti, riconducibili ad Andreea, rinvenuti nel casolare. Incaricati medici legali, tossicologo e una figura qualificata che studia le microfaune sui corpi. Un’indagine molto approfondita su aspetti che forniranno le tempistiche del decesso e la presenza o meno di assunzione di sostanze stupefacenti.

Non si è arrivati dunque a nessuna conclusione per il momento, la si potrà avere solamente dopo che tutti gli elementi saranno stati studiati. Solo ipotesi sulle cause della morte.

Come sia arrivata lì Andreea Rabciuc per il momento rimane ancora un mistero tutto da chiarire. Era da sola? Qualcuno era con lei? Il corpo è stato spostato successivamente? È rimasto, invece, sempre nel casolare?

Simone Gresti è fermo sulla sua posizione, «non si è mai espresso, lui è rimasto al momento in cui si è allontanata e non riesce a darsi una spiegazione».

Lunedì scorso è avvenuto l’esame autoptico, altri accertamenti sono in lista, «i consulenti hanno preso 90 giorni per rispondere, un tempo abbastanza lungo, ma necessario – spiega l’avvocato Giuliani – al fine di non tralasciare niente, dovranno essere fatti altri accertamenti su reperti trovati».

L’avvocato non si esprime in merito a quanto sarebbe emerso, sempre nella giornata di lunedì, riguardo al ritrovamento di un pezzo di sciarpa e di un bigliettino nella stanza, insieme ai resti e a parti di abbigliamento che verranno analizzate.

Quando le ricerche si sono concluse, sabato, in quel casolare, la mamma Georgeta è arrivata: poche parole trabordanti di dolore ma pure di rabbia, anche nei confronti di chi stava difendendo un assassino.

«Quel momento lo porterò dentro per il resto dei miei giorni, sono anche io genitore, vedere lo strazio di una madre che perde la figlia non è spiegabile, da parte mia solo rispetto e vicinanza per il suo dolore».

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