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Castelplanio L’ultima fragilità si apre alla luce

Sosta meditativa domani mercoledì 1 novembre presso la Casa del Commiato organizzata dalla parrocchia di San Sebastiano e dal Centro di spiritualità Sul Monte

Castelplanio – Il lutto è un processo psicologico che si innesca in seguito alla perdita di qualcosa di amato e va a scatenare uno tsunami emotivo. Ma è l’etimologia a renderci le cose più chiare. Il termine lutto deriva dal latino lugere, cioè piangere.

È quindi un sentimento di profondo dolore che si prova per la morte di una persona cara, soprattutto di un parente, o in genere di persone la cui perdita è vivamente rimpianta. Ma è lutto anche quando un partner ci abbandona, quando affrontiamo un licenziamento o una grave disavventura finanziaria, quando cioè le circostanze della vita ci mettono di fronte alla nostra fragilità di esseri umani, fino a quella estrema che è la morte.

E’ possibile trovare in ogni fragilità e soprattutto in quella ultima, un punto di forza per non lasciarsi sopraffare dal dolore, senza tacerla o addirittura nasconderla?

«Se riflettiamo sul senso stesso del nostro esistere, sui tanti obiettivi che nella vita ci poniamo o ci siamo posti, forse arriviamo a capire che dobbiamo capovolgere il nostro punto di vista: anziché illuderci di poter respingere sempre più lontano la nostra fragilità, cercando di rimuoverla, dovremmo partire proprio da questa», scrive Anna Maria Vissani nel suo ultimo libro “Fragilità compagna di viaggio – Percorsi di vita in questo passaggio epocale”, in collaborazione con Alessandra Maria Honorati, counselor, e trovare nella relazione e nella cura per gli altri il superamento del nostro isolamento e l’apertura verso la luce.

E’ quello che propone il Centro di Spiritualità Sul Monte, in collaborazione con la parrocchia di San Sebastiano. Un invito per una sosta meditativa accompagnata da letture e testimonianze di elaborazione del lutto in programma domani, mercoledì 1 novembre, presso la Sala Virgilio della Casa del Commiato di via dell’Industria (foto in primo piano).

Il suono caldo della viola di Cristiano Delpriori e quello della chitarra classica di Matilde Oppizzi creeranno un’atmosfera appropriata e coinvolgente.

(c.f.)

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