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Cronaca

JESI BOOM DI RICHIESTE, I FURTI IN CASA HANNO INNESCATO LA CORSA AI SISTEMI DI SICUREZZA

JESI, 29 ottobre 2015 – «Le richieste da parte dei privati per i sistemi di sicurezza casalinghi sono triplicate, il momento è quello che è, quindi in molti cercano di garantirsi da quanti non ci pensano su due volte per entrarti in casa e derubarti, anche se sei presente, magari con tutta la famiglia».

Leonardo Carosi, uno dei due titolari della Sicur System, di viale don Minzoni, a Jesi, va dritto al cuore dell’assunto: «La gente ha paura perché di furti se ne registrano tanti, basta leggere le cronache quotidiane. Munirsi di un impianto che allarma, in caso di necessità, è molto utile. Se non lo fai sei quasi spacciato, non ti capita oggi una visita indesiderata? Ti capiterà domani…».

La questione sicurezza è sulla bocca di tutti, troppe le imprese banditesche, anche spettacolari, e se va bene ti ritrovi semplicemente derubato. Se va male ti pestano pure, o peggio. Anche starsene a casa sta diventando un affare di stato. Il che è tutto dire.

«Negli scorsi anni lavoravamo molto con le aziende ma con la crisi che ancora morde tante ditte non investono più sulla sicurezza. Una volta insieme all’impianto elettrico si installava contemporaneamente anche quello d’allarme nei capannoni, nelle sedi, negli uffici. Ora il mercato si è spostato verso il privato».

La ditta lavora con il passaparola, niente pubblicità, anche se sono 15 anni che è sul mercato. Prima Ancona e Macerata, poi, dal 2007, Jesi e provincia di Ancona, che coprono la gran parte degli interventi.

«L’impiantistica base è un perimetrale, vale a dire la copertura del perimetro della casa o dell’appartamento – spiega Carosi – con finestre, tapparelle, porte, allarmate. Poi, ci sono vari tipi di sensori, esterni, interni, per ogni posto,  secondo il budget di spesa. Comunque, con poco più di un migliaio di euro ce la si può fare per il minimo indispensabile. Certo, se si dispone di sensori esterni e telecamere, e ce ne sono di sofisticate, ci si può accorgere se è in atto un tentativo di furto. O se qualcuno gironzola da giorni nei paraggi».

Ma può capitare anche il fatto curioso: «Proprio l’altro giorno un cliente che abita in centro, a Jesi, mi ha chiamato perché intravedeva qualcosa di strano, penne colorate… si trattava di un fagiano».

L’installazione? Massimo due giorni, dipende da quanto è grande la casa. Per un appartamento ci si riesce anche in un giorno soltanto. Certo, siamo ben lontani dal poter dare una svolta a questa situazione allarmante però «è motivo di soddisfazione anche per noi quando riesci a salvare qualcuno. Oltre che per la potenziale vittima. E ci siamo riusciti».

Tommaso Sampaolesi è consulente assicurativo presso l’agenzia di Jesi delle Generali. Il polso della situazione è questo: «In ambito privato non abbiamo richieste particolari di prodotti assicurativi anti furto, per polizze casa specifiche. Invece, per quanto attiene alle aziende abbiamo registrato un maggior numero di aperture sinistri, di richieste di indennizzo. Il che significa che i furti sono aumentati». E che le aziende sono più sensibili alle polizze assicurative piuttosto che i privati.

Ma preservare le proprie cose preziose significa anche il tenerle il meno possibile in casa. Per questo sono in aumento le richieste di cassette di sicurezza presso le banche.

La gente cerca di arrangiarsi come può per far fronte a questa ondata criminale, a volte pure con il fai da te,  mentre le forze dell’ordine fanno quello che possono e anche di più, ma la coperta è corta, come si dice.

L’altra faccia della medaglia – ma è un’analisi che ci porterebbe lontano – è che viviamo in un Paese molto attento alla tutela dei diritti di chi trasgredisce, non rispetta la legge, piuttosto che a quelli di quanti fanno il loro dovere ogni giorno eppure non hanno diritto alla sicurezza, alla salute, alla trasparenza, alla pubblica onestà. Tanto non paga mai nessuno, o quasi. Soltanto i poveri diavoli senza santi in paradiso. Ogni tanto.

(Pino Nardella)

 

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