Segui QdM Notizie

Cronaca

Jesi Inaugurata nuova targa in Largo Salvador Allende

Ieri in occasione del 50° anniversario del golpe in Cile, descrive storia e significato dei due murales, che adornano gli edifici circostanti, realizzati da esuli cileni negli anni Ottanta

Jesi – Nell’ambito della giornata in ricordo del drammatico golpe in Cile dell’11 settembre 1973, del quale ieri cadeva il 50° anniversario, accanto alla roccia commemorativa di Largo Salvador Allende inaugurata una targa bilingue (italiano – inglese) che descrive la storia dei due murales che adornano gli edifici intorno.

Murales realizzati da esuli cileni che erano riusciti a rifugiarsi in Italia.

Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco Lorenzo Fiordelmondo e l’assessore alla cultura e alla memoria storica Luca Brecciaroli.

Presente anche – munito di bandiera cilena deposta sopra il cippo – Ricardo Madrid, esule cileno, già dirigente di Unidad Popular, che avrebbe poi partecipato al successivo incontro in programma a Palazzo dei Convegni.

Questo il testo che si può leggere nella nuova targa.

I murales cileni di Largo Salvador Allende a Jesi

I murales di Largo Salvador Allende a Jesi furono realizzati nei primi anni Ottanta da giovani cileni rifugiatisi in Italia dopo il golpe militare dell’11 settembre 1973 del generale Augusto Pinochet.

A collaborare con l’allora sindaco Aroldo Cascia nella progettazione e nella realizzazione dell’opera fu il prof. Sergio Vuskovic Rojo, sindaco di Valparaiso, allora anch’egli esule in Italia. L’opera, che attraversa circa 500 anni di storia, narra l’incontro tra la cultura autoctona dei popoli precolombiani e quella europea portata dai conquistadores spagnoli. I pannelli, delle dimensioni di 15 m per 2,50 m ciascuno, costituiscono in Italia un’opera unica, sia per le loro dimensioni, sia per la provenienza degli autori.

Il pannello di sinistra raffigura, nella parte superiore, lo sbarco di Cristoforo Colombo che sovrasta e occupa la maggior parte della superficie del murale, la cui parte inferiore riporta l’immagine di una millenaria piramide Maya e le tipiche maschere che rappresentavano il regno spirituale o gli dei. Il murale ci racconta il lungo e graduale processo di colonizzazione che si andava imponendo con il dominio delle potenze europee sulla cultura locale, ma anche l’arrivo del grano che va ad aggiungersi all’originario mais (la spiga rappresentata in alto).

La spada dei conquistadores e la croce cristiana mettono fine a grandi civiltà che tuttavia rinascono, nel secondo murale, attraverso una nuova sintesi culturale e umana: il creolo e il meticcio.

Il murale di destra rappresenta la vita pacifica e creativa delle popolazioni in seguito all’arrivo del rivoluzionario Simón Bolivar (1783-1830), in ragione del suo decisivo contributo all’indipendenza di Bolivia, Colombia, Perù e Venezuela e, in seguito, del presidente cileno Salvador Allende (1908-1973) che traghettò il popolo cileno verso la conquista della democrazia, democrazia che si interruppe drammaticamente in seguito al golpe del dittatore Pinochet.

Largo Allende
Murale di Largo Allende

La speranza nel futuro, dopo la notte della dittatura che ebbe luogo dal 1973 al 1990, viene rappresentata nella parte superiore del murale attraverso le mani di una bimba che fa volare il suo aquilone in un cielo pieno di colori. I murales di Jesi vollero rappresentare quindi una testimonianza della città contro la dittatura, diciassette lunghi anni caratterizzati da violenze, brutali omicidi di Stato e abusi, che avevano messo fine alla democrazia in Cile: i murales sono stati, nel tempo, profetici della riconquista della libertà.

La giornata commemorativa è poi proseguita a Palazzo dei Convegni con la presentazione del libro di Giordano Vecchietti Generazione Desaparecida, curata dall‘Istituto Gramsci Marche – Jesi e Vallesina e coordinata da Filippo Bartolucci.

La conclusione in serata a Casa Avis dove nello spazio esterno appositamente allestito c’è stata la proiezione – alla quale ha partecipato anche il Sindaco – di Missing – Scomparso di Costa Gravas.

© riproduzione riservata

Continua a leggere

News