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Cronaca

Jesi L’opposizione attacca: «Censurati in Consiglio comunale»

L’accusa che Jesiamo e Per Jesi rivolgono alla maggioranza causa la mancata iscrizione all’ordine del giorno di interrogazioni e interpellanze

Jesi Consiglio comunale del prossimo 21 novembre orfano di interrogazioni e interpellanze prodotte da Jesiamo e Per Jesi, forze di opposizione, che ne hanno denunciato la mancata iscrizione all’ordine del giorno.

Di qui all’accusa di censura, rivolta alla maggioranza, il passo è stato breve.

«La maggioranza non vuole essere criticata – sottolinea Jesiamo – , sono vietate le polemiche e le provocazioni. Sono queste le motivazioni che hanno portato il Presidente del consiglio Luca Polita a non ammettere i testi in discussione nel prossimo Consiglio comunale, trovando i titoli dei documenti provocatori e quindi non ammissibili così come formulati, in pratica censurati».

Titoli che riguardavano Zona 30 in cerca di lode e Una Battaglia per l’ascensore nei quali si fa riferimento alla recente istituzione della viabilità modificata in via Gramsci e dell’ormai annosa questione della riqualificazione e messa in funzione dell’impianto di risalita di via Mercantini.

«Atto gravissimo in un Comune da sempre portatore dei valori della democrazia, dove ora vengono messe in discussione le libertà di parola, espressione, pensiero e critica. Jesi è da oggi meno libera, meno democratica».

E Per Jesi rincara la dose con «si dicevano difensori della democrazia». Il titolo ritenuto provocatorio a «insindacabile giudizio del Presidente del Consiglio comunale» è “I cimiteri a Jesi. Dal brutalismo al brutale stato di conservazione. Un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria?”, con evidente riferimento alla vessata zona moderna del cimitero di via Santa Lucia accostata alla corrente architettonica del cosiddetto brutalismo.

«Sembra che parlare di temi urgenti e cari ai cittadini – evidenzia Per Jesi – , come ad esempio la manutenzione dei siti cimiteriali o la necessità di fare il punto sulla chiusura del ponte San Carlo e relativi disagi non sia possibile».

«Presunti vizi di forma, motivazioni non sufficientemente convincenti (per chi?), utilizzo di presunti termini provocatori nei testi delle interpellanze al vaglio del Presidente del Consiglio comunale che ha deciso di schierare il catenaccio a protezione di una Giunta che, come avevamo previsto a suo tempo, non è una squadra e non regge la pressione. E allora come fare? Limitare il contraddittorio e censurare!».

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