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Cronaca

JESI Maestranze Caterpillar in piazza: «Jesi lotta con noi» (video)

Corteo in Corso Matteotti all’indomani dell’annuncio di chiusura, presente anche l’on. Nicola Fratoianni

JESI, 11 dicembre 2021 – Una protesta forte quella di questa sera da parte dei lavoratori della Caterpillar che, come noto, ha annunciato la chiusura sbattendo la porta in faccia a 260 dipendenti, più un considerevole indotto, se non si trova una soluzione in fretta. L’azienda, dal canto suo, profitti alla mano, ha deciso di delocalizzare la produzione in Messico e Cina.

«La chiusura al momento è totale, senza margini e senza spazi, lunedì mattina alle 12 in Regione ci sarà un incontro, un altro lo abbiamo chiesto al Mise, a Roma, sempre per la settimana prossima. Occorre la massima attenzione su questa difficile vertenza perché la Caterpillar è un fiore all’occhiello nella produzione di cilindri metallici. Proprio ieri avremmo dovuto vederci a Confindustria invece ci hanno comunicato la chiusura», afferma Luigi Imperiale.

«Il lavoro non si tocca lo difenderemo con la lotta», così hanno scandito gli operai al corteo sfilato lungo Corso Matteotti per poi ritrovarsi e sostare in Piazza della Repubblica.

Presenti diversi rappresentanti politici cittadini, dal segretario Pd, Stefano Bornigia al consigliere dem Lorenzo Fiordelmondo, per Jesi in Comune Filippo Cingolani e Agnese Santarelli da sempre vicina ai lavoratori, il presidente del Consiglio comunale, Daniele Massaccesi.

Poi è arrivato anche di Nicola Frantoianni, deputato alla Camera e segretario di Sinistra italiana dal 2 febbraio 2021.

«Il Governo dovrebbe cominciare a far qualcosa – ha detto – sono mesi che questo Paese attende un decreto contro le delocalizzazioni. Non possiamo continuare a guardare questa scena devastante di smembramento del tessuto industriale che, poi, si porta via le vite delle persone. Visto che è il Governo dei migliori faccia qualcosa, se si pronuncia a sfavore degli scioperi allora dia delle risposte, vedrà che i lavoratori non sciopereranno più»


Davide Fiordelmondo della Fiom precisa che «cercheremo di aprire un tavolo al Mise per evitare i licenziamenti».


Distribuzione di volantini per sensibilizzare la comunità, volantini nei quali si rende noto come «la multinazionale americana ha annunciato nella mattinata di ieri la decisione di chiudere lo stabilimento di Jesi. Dopo che nel 2014 ha battuto cassa al Comune per ampliare lo stabilimento, promettendo assunzioni e posti di lavoro, ora vogliono chiudere l’impianto produttivo, tutto questo è inaccettabile per noi e per il territorio. È da criminali chiudere uno stabilimento che lavora a pieno su tre turni, con richiesta di straordinari il sabato, con bilanci in attivo e senza problemi finanziari.

«Ieri si è aperta una vertenza che non colpisce solo noi lavoratori ma tutto il territorio e che dovrà coinvolgere tutte le istituzioni territoriali. Non è affatto accettabile la facilità con la quale una multinazionale può decidere del destino di centinaia di persone e famiglie. Con l’annuncio di ieri la proprietà ha perso il diritto di proprietà, Jesi lotta con noi».

(c.a.d.e.)

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