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JESI PACE E INTEGRAZIONE: IN PIAZZA FEDERICO II FESTEGGIATA LA GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO

Da destra: Yuossef Wahabi, Luca Butini, il vescovo Gerardo, il sindaco di Castelplanio, Barbara Romualdi, Marcos Lopez

Da destra: Yuossef Wahabi, Luca Butini, il vescovo Gerardo, il sindaco di Castelplanio, Barbara Romualdi, Marcos Lopez

JESI, 25 giugno 2016 – “La diversità non esiste ce la costruiamo noi con la nostra ignoranza“. Così Marcos Lopez responsabile del GusGruppo umana solidarietà – tra i principali artefici della serata che ha visto in Piazza Federico II la celebrazione dell’One World, Giornata mondiale del rifugiato.

“Sono 10 anni che lavoriamo qui a Jesi con gli immigrati senza fissa dimora. Venti centri tra Marche, Sardegna, Salento e Abruzzo, 300 operatori impegnati e 2.200 richiedenti asilo e rifugiati da gestire”.

Erano in tanti, razze diverse, diverse religioni. Ma con un unico intento: stare insieme per conoscersi, cercare di incominciare a capirsi, a rispettarsi. Ognuno con le sue diversità. Che, in fondo, sono una ricchezza.

Suggestivo il momento della preghiera comune, con i cattolici in duomo e i musulmani sul lungo tappeto disteso ai piedi dell’obelisco. Quello che ricorda che lì è nato il grande imperatore, lo stupor mundi che in sé raccoglieva oriente e occidente, pacificati e integrati.

DSC_3324“Un doppio successo quest’anno, stare tutti qui, ancora una volta insieme” ha ribadito il presidente del centro culturale islamico Al Huda, Youssef Wahabi, “vi invito tutti a partecipare e a fare onore alla grande tavolata della pace e del ramadan“.

Nel suo saluto il vescovo Gerardo si è augurato di “saperci conoscere sempre di più, perché in ognuno di noi c’è voglia di speranza, di pace, pur mantenendo la propria identità“.

Marco D’Aurizio, direttore della Caritas diocesana, ha lanciato la proposta al Comune di “un tavolo permanente per la vera integrazione” e Luca Butini, vice sindaco e assessore alla cultura, ha sottolineato che da eventi come questo “ci aspettiamo di migliorare la nostra conoscenza con i rifugiati per contrastare il pregiudizio che nasce dall’intolleranza”.

FESTA 5In una serata come questa non potevano non entrare i recenti fatti di Castelplanio, con la petizione avversa ai rifugiati e frasi minatorie tracciate con la vernice nera spray sui muri interni di quella che dovrebbe essere l’abitazione – di un privato – forse destinata ad accoglierli.

Il sindaco, Barbara Romualdi, invitata speciale, ha tenuto a rimarcare come “Castelplanio non è quello che avete letto in questi giorni ma il luogo di Carlo Urbani, che ha sacrificato la sua vita per aiutare chi aveva più bisogno, è il luogo dell’Oikos, del Premio Vallesina di questa edizione (stasera, 25 giugno, all’abbazia di Frondigliosi – ndr ) dove tra gli altri premieremo una giovane donna castelplanese, Ilenia Mattiacci, capitano dell’esercito, che ha contribuito a un progetto per l’emancipazione delle donne afghane. Questa è una giornata di festa e di riflessione, e sono qui perché è necessario che si crei una rete: bisogna accompagnare le nostre comunità alla conoscenza dell’altro, programmare, darsi tempi e modi certi. Per questo la prossima settimana organizzeremo un incontro con tutta la cittadinanza”.

La serata è poi proseguita con uno spettacolo e tra parole, incontri, nuove amicizie. E anche con il primo, vero, caldo.

(p.n.)

 

 

 

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