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Cronaca

JESI PROTESTE A RAFFICA, INTASATA DALLE CARROZZINE LA SALA D’ATTESA DEL PRONTO SOCCORSO: E NON VA MEGLIO AL PARCHEGGIO

cicche1JESI, 25 luglio 2016 – Sala d’attesa al Pronto Soccorso trasformata in area parcheggio per carrozzine da invalido. In certe ore del giorno il numero di questi “mezzi di locomozione” sistemati è così alto da rendere difficoltosa l’uscita o l’entrata nella troppo stretta sala d’attesa (ben più piccola di quella un tempo esistente all’ospedale di viale della Vittoria). È questa la situazione accertata domenica scorsa (24 luglio), quando, per necessità, c’è chi ha dovuto far ricorso alle professionalità del personale sanitario. In pratica è accaduto che per far uscire un familiare dal pronto soccorso, dopo una visita, si è dovuto spostare alcune carrozzelle per consentire a quella che spingevano di poter varcare l’uscita.

Ma le “magagne” riscontrate in quell’occasione non si limitano alle carrozzelle “parcheggiate” nella sala d’attesa del Pronto Soccorso, altri spettacoli sono sotto gli occhi dei cittadini. Uno di questi è ben visibile appena fuori della porta della sala d’aspetto ed è rappresentato da un posacenere che non merita nemmeno questo vocabolo. La colpa dell’indecenza è sicuramente da attribuire in parte ai cittadini, ma a mancare di più è il personale addetto alle pulizie; non è immaginabile che, a distanza di un giorno dalla “visita” al Pronto Soccorso, la montagna di cicche di sigarette (ma qualcuno si è disfatto anche di bicchieri ed altro) sia stata ancora lì.

ciccheE veniamo alla viabilità interna all’area del nosocomio jesinoCarlo Urbani”, facendo sempre riferimento a quanto “vissuto” domenica mattina. Avete fatto caso che se, malauguratamente, avete parcheggiato la vostra autovettura verso monte non potete ritornare nella parte est per via dei sensi unici? Per caricare il familiare sull’auto, parcheggiata verso monte, è occorso fare il giro dell’oca per poi infrangere forzatamente i divieti e procedere al recupero dell’infortunata.
E pensare che questo doveva esse l’Ospedale Modello! Ma modello di cosa?

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