Segui QdM Notizie

Cronaca

Jesi Sauro Mosca va in pensione, ha visto nascere la Pinacoteca

«Ho già fatto domanda per continuare a prestare servizio come volontario», dopo 45 anni di onorata carriera non ha ancora intenzione di smettere

Jesi – Il 21 agosto fu il giorno in cui Sauro Mosca firmò il suo contratto a tempo indeterminato presso il Comune di Jesi, il 21 agosto è anche il giorno del suo compleanno e da oggi questa data sancirà anche la fine di un’onorata carriera per la storica guida turistica della Pinacoteca di Jesi. Oggi infatti è il giorno del suo pensionamento.

Una carriera durata quasi mezzo secolo che lo ha visto ruotare all’interno del Comune per 45 anni, ricoprendo diversi ruoli e occupandosi di varie mansioni per poi approdare al lavoro in Pinacoteca.

«Era il novembre del 1978 – racconta – quando fui convocato per occupare il posto di giardiniere presso il Comune con un contratto a tempo determinato che rientrava nella Legge 285 sull’occupazione giovanile. Molti in graduatoria prima di me avevano rifiutato, alla ricerca di un lavoro impiegatizio, io invece accettai perché avevo bisogno di lavorare e mi intendevo un po’ della cura del verde, avendo i miei genitori un piccolo terreno in cui li aiutavo anche io».

Sauro Mosca

«Dopo pochi mesi dovetti interrompere per il servizio militare, poi rientrai l’anno successivo e fui spostato negli uffici, prima all’allora Centro culturale polivalente, poi all’Ufficio tributi dove svolgevo una mansione piuttosto delicata nell’ambito dell’ufficio tecnico, per la gestione di pratiche inerenti le opere pubbliche, l’edilizia e gli espropri».

In quegli anni, ci racconta, furono realizzate importanti opere come il Palazzetto dello Sport e il Polisportivo Cardinaletti restando in quell’ufficio fino all’85.

«Nel frattempo ci fu un concorso per entrare a tempo indeterminato come commesso di Pinacoteca. Al tempo la Pinacoteca non era ancora una realtà strutturata, anzi stava nascendo in quel momento e le tre figure ricercate si sarebbero occupate di provvedere alla sorveglianza, lavorando come custodi e addetti alle pulizie».

La Pinacoteca e i primi musei della città, come il Museo Colocci Vespucci, presero forma sotto gli occhi di Sauro Mosca che ne ha vissuto l’evoluzione e lo sviluppo, dalla ristrutturazione dello stabile al numero di opere ospitate, così come, proprio in quegli anni, è nata la figura della guida turistica per i visitatori, un ruolo che prima non esisteva.

«La permanenza in Pinacoteca mi ha permesso di apprendere i primi rudimenti di storia dell’arte e di approfondire le mie conoscenze storiche e culturali, grazie anche alla presenza del Maestro Mario Olivieri che al tempo dirigeva temporaneamente la Pinacoteca e quando c’erano i visitatori si occupava di accompagnarli a vedere e spiegare le opere. Fu proprio lui che dopo i numerosi insegnamenti, un giorno mi passò la borsetta con l’amplificatore invitandomi a continuare la visita con i turisti».

«La visita non si limitava alla sola Pinacoteca ma li accompagnavamo anche negli altri musei della città, un vero e proprio tour guidato del centro storico».

«Anche l’esposizione della Pinacoteca si ingrandì grazie alle opere donate dagli artisti che ogni anno risultavano vincitori del premio Orfeo Tamburi, che ebbe 12 o 13 edizioni. Così fu realizzata al 2° piano di Palazzo Pianetti, la mostra di arte contemporanea».

Furono poi organizzati percorsi guidati con le scuole, relativi alla Jesi romana, alla Jesi medioevale, rinascimentale e ai tempi della rivoluzione industriale.

Tra visite guidate e attività amministrative nell’ufficio vendita della Pinacoteca sono corsi veloci gli anni di lavoro che hanno portato Sauro Mosca, ormai un veterano della Pinacoteca, fino alla pensione.

Ma la sua promessa è di continuare a prestare servizio come volontario.

«Insieme a me se ne va anche un’altra persona, c’è carenza di personale mentre sono tanti i progetti su cui si può ancora lavorare come la cisterna romana lungo via Posterma, i sotterranei della scuola Federico II, i sotterranei di San Floriano e del Duomo in cui si troovano templi pagani dedicati a Venere e Giove, così come a San Pietro e a Santa Maria del Piano con il tempio di Minerva».

«Ma il progetto che renderebbe il nostro territorio vincente dal punto di vista del turismo culturale, sarebbe la valorizzazione dei tanti altri Comuni che nascondono anche loro reperti storici bellissimi, come Suasa, Corinaldo, Cartoceto, Sassoferrato e mettere tutte queste realtà in rete per dare la possibilità ai turisti di visite guidate d’eccezione».

© riproduzione riservata

News