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Cronaca

Jesi Stronati: «Con Amazon nessun periodo di prova, bisogna essere pronti»

Il presidente di Interporto: «Loro hanno dimostrato di rispettare i tempi della propria tabella di marcia», e su tutta la controversa vicenda dell’insediamento «penso che a suo tempo scriverò un libro»

JesiMassimo Stronati ama definirsi jesino doc, pradarolo tignoso e capace, uomo d’azione.  

Un manager a tutto tondo, il suo pensiero primario è valorizzare i punti di forza esistenti per realizzare definitivamente, con l’Interporto, un centro intermodale che permetta di mettere in rete porto, interporto e aeroporto, ponendosi, come fine primario, l’interesse della nostra regione, con un occhio attento anche a progetti che superano i nostri confini.  

«L’Interporto è una infrastruttura fondamentale per garantire alle Marche sviluppo, crescita e occupazione», ha sempre affermato, «con un occhio ovviamente attento all’ecosostenibilità».

Ha l’entusiasmo che gli riconosciamo da sempre, ha un Cda con cui viaggia in sintonia, ma forse è anche l’unico manager che ha subito pesanti minacce alla sua incolumità fisica dopo quello che ha fatto per il territorio.

Forse il primo episodio, rivolto contro chi conduce una attività manageriale di una società pubblica che lavora di concerto con le istituzioni. Abbiamo fatto il punto, insieme, sul piano di sviluppo che tende, prioritariamente, a cancellare l’immagine annosa e dannosa di quella infrastruttura definita una cattedrale nel deserto. E con Amazon alle porte.    

Dottor Stronati, per il progetto recentemente presentato sul new deal dell’Interporto e le azioni di sviluppo necessarie, quanto tempo si prevede?

«Il piano strategico di Interporto appena presentato, troverà completamento nel piano industriale che si prevede venga approvato entro marzo, e le azioni in esso previste prenderanno gradualmente forma subito dopo. Tra breve inizieranno i lavori per la ristrutturazione della palazzina uffici e in estate la sistemazione dei piazzali. Per l’inizio delle attività di Amazon dove la viabilità è prevista all’interno di Interporto, le sistemazioni anzidette saranno pronte per gennaio 2025». 

Le criticità attuali: ferrovia, viabilità per il transito merci su binario e su strada, risalgono alla notte dei tempi. Sarà difficile scardinare un lassismo non imputabile soltanto alla politica attuale ma che risale addirittura al dopoguerra? E gli investimenti previsti per la realizzazione ed il potenziamento dei traffici ferroviari merci, indispensabili per l’economia marchigiana e non solo, da dove provengono?

«Nelle Marche oggi abbiamo soluzioni infrastrutturali già programmate e in fase di appalto: “la Guinza”, il cosiddetto “ultimo miglio di Ancona”, oltre al cantiere già a buon punto sul raddoppio della superstrada tra Ancona e Falconara, grandi opere al porto, personalmente penso che finalmente con i finanziamenti appositi, il Pnrr e fondi regionali, le risorse oggi ci sono. Mi auguro che oltre le opere pubbliche che ho detto, vengano trovate risorse adeguate per l’intermodalità».

Il miglioramento della fruibilità dell’interporto previsto in un medio e un lungo termine, la semplificazione e l’efficientamento dei processi idem, il supporto dell’intermodalità qualche tempo più lungo: il via alla nuova era è identificabile nel 2030?  

«Nel triennio 2024-2027 cambieremo radicalmente pelle all’interporto. Ci saranno nuovi spazi per la logistica, nuovi impianti, binari, una comunità energetica e un impianto di distribuzione per l’idrogeno per autotrazione. La finalità diretta dei futuri investimenti sarà quella di rendere più competitivo e sostenibile l’utilizzo dei nodi intermodali delle Marche per il trasporto merci e passeggeri a livello nazionale e internazionale. Ma gli interventi avranno anche risvolti positivi indiretti, tra cui, l’aumento della competitività del territorio regionale e delle imprese, l’aumento dell’occupazione e la riduzione del carico inquinante collegato al trasporto merci e passeggeri. Intermodalità e sostenibilità saranno dunque le due colonne portanti dello sviluppo dell’interporto. Innanzitutto sono previsti investimenti per la realizzazione di tre nuovi binari per raddoppiare il numero dei treni in transito (rispetto ai 300 dello scorso anno): al potenziamento della logistica ferroviaria sono destinati 20 milioni».

Ruolo di Amazon in questo processo di sviluppo: il bacino territoriale è pronto a sostenere l’impatto di questo colosso dell’e-commerce (mobilità, infrastrutture, sostenibilità ambientale…)?

«Il territorio deve farsi trovare pronto e unito. Amazon ha dimostrato di rispettare i tempi della propria tabella di marcia e non ci saranno “periodi di prova”. Tutti i soggetti sul territorio devono dare le risposte necessarie per saper cogliere le opportunità di rilancio economico evitando le eventuali criticità che si dovessero presentare, ognuno per la sua parte. Dobbiamo lavorare tutti insieme per il bene comune». 

L’insediamento di Amazon alla Coppetella ha fatto molto discutere: prima, quando si rischiava di perderlo, ora, acquisito, ogni occasione sembra essere buona per qualcuno per metterlo in discussione

«Il tutto mi ha riguardato molto da vicino. Penso che a suo tempo, scriverò un libro su questa vicenda». 

I giovani e il lavoro per il loro futuro in Interporto, cosa prevedete?  

«Lo sviluppo di Interporto sarà improntato su infrastrutture digitalizzate ed ecosostenibili, quindi ci saranno indubbiamente nuove opportunità occupazionali per i giovani che vengono formati dalle Università del nostro territorio».

Avete mai provato a dare un impulso più approfondito ai rapporti con le Amministrazioni dei centri interessati lungo la Vallesina?  

«Presto, oltre agli stakeholders economici, presenteremo i nostri piani ai Sindaci della provincia. Abbiamo sempre avuto un canale diretto con i soggetti coinvolti e pensiamo siano fondamentali il dialogo e la progettazione comune». 

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