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Monte San Vito I 100 anni di Lino Ceccarelli che aggiusta ancora orologi

Conosciuto in tutto il mondo per aver inventato il tornio “Unitor”, il suo motto? «Migliorare, migliorare e ancora migliorare»

Monte San Vito – «Sono proteso al futuro, voglio migliorare continuamente, con il senso del dovere che ho sempre cercato di avere nel corso della mia vita».

Se a pronunciare queste parole fosse un trentenne rientrerebbe nella normalità ma se a dirle è Lino Ceccarelli, che ieri ha compiuto la bellezza di 100 anni, allora si resta a bocca aperta.

La vita di Lino è stata scandita, si può ben dirlo, dal tempo, anzi dai ticchettii musicali e amati dei suoi mille e mille orologi aggiustati e fatti ripartire con certosina precisione e con l’entusiasmo dell’appassionato.

Lui ci lavora ancora al tornio e apre e chiude gli orologi con intatta maestria: la mano è ferma, fermissima e la mente lucida, tanto fresca da addentrarsi in elucubrazioni semplici ma attualissime.

«In questo mondo non ci dovrebbe essere chi ancora muore di fame e chi è straricco – dice, indignato – non ci dovrebbero essere guerre. Bisogna aiutare chi ha bisogno».

E lui, che ha compiuto un secolo di vita, è il primo a dare l’esempio: ha aiutato tutti, gratuitamente, anche nell’apprendere l’arte dell’orologiaio.

Nella sua casa di Monte San Vito, che un tempo fu quella del Podestà, nasconde uno scrigno prezioso e un laboratorio dove ancora oggi studenti e appassionati imparano ad aggiustare cronografi e orologi da polso.

Cento anni e non sentirli. Lino Ceccarelli ricorda tutto senza bisogno di aiuto o ritagli di giornale.

«Avevo un anno e morì mio padre, a 12 anni un fabbro mosso a compassione mi prese e io iniziai a lavorare gratuitamente. Durante la guerra montavo gli strumenti a bordo degli aeroplani ma ho sempre coltivato la mia passione per gli orologi».

Lui è un uomo controcorrente e fuori dagli schemi.

«Abbasso i politici, gli opportunisti e le pensioni d’oro, viva l’altruismo e la volontà di migliorarsi. I giovani devono smetterla di lamentarsi perché basta rimboccarsi le maniche e il lavoro si trova».

E’ anche l’inventore dell’unico tornio italiano da orologeria, che ha chiamato Unitor. Dicono abbia le mani d’oro e la mente fervida ma lui si schernisce anche se in tanti, da tutto il mondo, lo cercano ancora e vogliono il suo tornio.

«Amo creare e lavorare – spiega il neo centenario – e ho il sogno che in questo mio palazzo storico si possa aprire, grazie ai contributi di enti come la Regione, una scuola professionale dove si possano tramandare le competenze e le conoscenze per intraprendere l’attività di orologiaio. Il mio motto è migliorare, migliorare e ancora migliorare. Ora basta scrivere perché non ho tempo. Ho un sacco di lavoro da fare e devo aggiustare tanti orologi e aiutare gli apprendisti: non ho mica tempo da perdere con le fandonie».

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