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Serra San Quirico Raddoppio ferroviario, in corso l’udienza al Tar: le tre possibilità

Il ricorso potrebbe essere accolto, con conseguente sospensiva del lavori, o respinto, ma c’è una terza ipotesi: quella di rimandare all’udienza di merito

Serra San Quirico – È iniziata da pochi minuti l’udienza al Tribunale amministrativo regionale del Lazio in via Flaminia a Roma programmata per le 10.15.

Il dibattito dovrebbe termine in mattinata e probabilmente entro venerdì si saprà quanto deciso.

Tre sono le possibilità:

  • Il ricorso viene accolto e si ordina la sospensiva
  • Viene fissata l’udienza di merito
  • Il ricorso viene respinto

Il sindaco Tommaso Borri si è sempre detto fiducioso.

«Non dovremmo avere un esito negativo, stando alle ultime notizie, ma se così non fosse, lotteremo ancora con altri mezzi».

Durante l’udienza il Comune di Serra San Quirico è sostenuto dall’avvocato Fabrizio Lofoco del Foro di Bari, contro Rete ferroviaria italianaItalferr, il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, il Ministero transizione ecologica, il Ministero della cultura, il Ministero della difesa, il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile, il Ministero dell’economia e delle finanze, la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio delle Marche, la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per le province di Ancona e Pesaro Urbino, il Consiglio superiore dei lavori pubblici, la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Commissione tecnica Pnrr presso il ministero della Transizione ecologica, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e la Ragioneria generale dello Stato per la questione Lotto2 Genga-Serra San Quirico del raddoppio ferroviario Orte-Falconara.

Si chiede «l’annullamento della Determinazione conclusiva della Conferenza dei servizi», ma anche «l’accertamento dell’illegittimità di essa, svoltasi senza la convocazione formale del Comune di Serra San Quirico e, cosa ancor più abnorme, senza la presenza dei Comuni della provincia di Ancona» e in via subordinata «la riapertura della Conferenza dei servizi».

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«Vogliamo difendere il territorio, non siamo contro il raddoppio, siamo contro la devastazione che il progetto di Rfi provocherebbe: per questo avevamo proposto una variante progettuale in grado di ovviare all’abbattimento di civili abitazioni, al disboscamento di sette o otto ettari di macchia mediterranea, al danneggiamento dell’attività dei gruppi presenti in quella zona, all’aggravamento del rischio frane e di tutelare tutti gli interessi pubblici in gioco», ha detto il sindaco Borri.

«L’intervento provoca gravi danni alle attività economiche, sulla qualità della vita, sull’ambiente, sulla fauna e sulla flora e sulle risorse del sottosuolo».

«Enormi criticità emerse anche in sede di Conferenza dei servizi, ma illegittimamente ritenute da Rfi superabili alla stregua di un ampio novero di prescrizioni».

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