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Serra San Quirico Raddoppio ferroviario: ricorso al Tar, domani l’udienza a Roma

Il Comune: «Criticità enormi, illegittimamente ritenute da Rfi superabili, esistono alternative progettuali, si chiede l’annullamento della determinazione conclusiva della Conferenza dei servizi»

Serra San Quirico – Il ricorso al Tar potrebbe cambiare le sorti del Lotto 2 del raddoppio ferroviario Orte-Falconara: spetta al giudice decidere sul futuro di Serra San Quirico.

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In bilico pertanto il progetto Rfi e le decisioni prese in Conferenza dei Servizi (Clicca qui per saperne di più), che solo apparentemente sembravano aver chiuso per sempre il dibattito sul raddoppio.

Dunque se il Lotto 2 del progetto Rfi sarà da farsi o meno sarà il Tar a stabilirlo, ma vediamo cosa ha chiesto nel ricorso il sindaco Tommaso Borri in qualità di massimo rappresentante del Comune.

Il primo cittadino, affiancato dall’avvocato Fabrizio Lofoco del Foro di Bari, si è espresso contro Rete ferroviaria italiana, Italferr, il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, il Ministero transizione ecologica, il Ministero della cultura, il Ministero della difesa, il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile, il Ministero dell’economia e delle finanze, la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio delle Marche, la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per le province di Ancona e Pesaro Urbino, il Consiglio superiore dei lavori pubblici, la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Commissione tecnica Pnrr presso il ministero della Transizione ecologica, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e la Ragioneria generale dello Stato.

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In un’assemblea privata (Clicca qui per saperne di più) del Comitato Gola della Rossa, che sostiene la causa, il Sindaco ha tenuto a ribadire la sua posizione.

«Vogliamo difendere il territorio, non siamo contro il raddoppio, siamo contro la devastazione che il progetto di Rfi provocherebbe: per questo avevamo proposto una variante progettuale in grado di ovviare all’abbattimento di civili abitazioni, al disboscamento di sette o otto ettari di macchia mediterranea, al danneggiamento dell’attività dei gruppi presenti in quella zona, all’aggravamento del rischio frane e di tutelare tutti gli interessi pubblici in gioco».

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«L’intervento provoca gravi danni alle attività economiche, sulla qualità della vita, sull’ambiente, sulla fauna e sulla flora e sulle risorse del sottosuolo. Enormi criticità emerse anche in sede di Conferenza dei servizi, ma illegittimamente ritenute da Rfi superabili alla stregua di un ampio novero di prescrizioni».

Con il ricorso al Tar si chiede quindi «l’annullamento della Determinazione conclusiva della Conferenza dei servizi», ma non solo, anche «l’accertamento dell’illegittimità di essa, svoltasi senza la convocazione formale del Comune di Serra San Quirico e, cosa ancor più abnorme, senza la presenza dei Comuni della Provincia di Ancona» e in via subordinata «la riapertura della Conferenza dei servizi».

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«Credo non dovremmo avere un esito negativo, stando alle ultime notizie, ma se così non fosse, lotteremo ancora con altri mezzi», aveva dichiarato il sindaco Tommaso Borri.

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