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Serra San Quirico Raddoppio ferroviario: «Irrealizzabile nei tempi e nei costi previsti»

L’ing. Euthimios Kotroniàs, che presiede il Comitato Gola della Rossa, attacca il progetto di Rfi messo a confronto con quello alternativo proposto insieme al Comune

Serra San QuiricoRete ferrovia italiana tira dritto sul raddoppio ferroviario e mentre l’assessore regionale delle infrastrutture Francesco Baldelli dichiara: «Proseguiremo con determinazione e con fretta», l’ingegner Euthimios Kotroniàs (foto in primo piano), che presiede il Comitato Gola della Rossa, frena gli entusiasmi.

«Il bando europeo per il raddoppio della Orte-Falconara è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Unione Europea e tutte le istituzioni della regione e della provincia esultano come se fosse una cosa facile», spiega Kotroniàs.

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«Da quello che si legge e ne deriva da un confronto del progetto Rfi e quello dell’ing. Belcecchi, proposto in alternativa dal Comune di Serra San Quirico e dal Comitato Gola della Rossa in varie occasioni e sedi, esistono distanze siderali in termini di tempi, di costi e di impatto con l’ambiente, il paesaggio e la dignità e il rispetto delle persone che vivono nell’area interessata all’intervento».

I tempi

«Tanto per iniziare un progetto di questa portata non è possibile possa essere completato in 755 giorni con la spesa di circa 500 milioni. La prassi corretta nella gestione efficace ed efficiente dei grandi progetti richiede che prima di tutto ci sia la certezza dei fondi».

«Invece, l’assessore Baldelli dice apriamo i cantieri e poi i soldi arriveranno, prassi questa che guida alla non disponibilità dei fondi, al fallimento delle imprese e la condanna dei cittadini a vivere per anni e anni in un cantiere aperto come è successo per la Ss76 che doveva essere realizzata in 4 anni e siamo ancora in un’opera non finita dopo 18 anni».

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«Lo stesso per il tratto Terni-Spoleto che iniziò nel 1997 e, forse, finirà nel 2026 dopo 30 anni o per quello di raddoppio Castelplanio – Falconara he invece di 4 anni durò 20 e così tanti altri progetti che denotano che non c’è la capacità di realizzare nei tempi e nei costi previsti un’opera infrastrutturale, a meno che non vengano impegnate imprese cinesi o tedesche».

«Perché d’altro canto, vedendo macroscopicamente la situazione, si parla di 30 minuti di risparmio sulla Roma Ancona ma non si precisa quando. Bene, questo sarà possibile solo quando tutta la tratta sarà completata e quindi nel 2040 e solamente se si potrà realizzare la Fabriano-Foligno tratto di difficile approvazione secondo le attuali Ntc e di dubbia finanziabilità. Nel 2040, o sicuramente più tardi, anno in cui la popolazione sarà molto minore, la mobilità sicuramente diversa e la tecnologia irrecuperabilmente obsoleta».

«Tanto per fare un esempio, attualmente nel 2022 la Regione Veneto, il Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili e Concessioni Autostradali Venete sono giunti a un accordo per far partire la sperimentazione della tecnologia Hyperloop, che collegherà Padova e Venezia. Il treno ha già un nome: Hyper Transfer. Lo studio di fattibilità dovrebbe terminare entro il 2023 e, se l’esito sarà positivo, potranno partire i lavori che renderanno operativa la tratta entro il 2026».

«In Lombardia si sta invece valutando l’attivazione della linea Milano-Cadorna verso l’aeroporto di Malpensa. In questo caso Hyperloop verrebbe utilizzato per il collegamento aereo-metropolitana dei viaggiatori in soli 10 minuti. E noi dobbiamo indebitare lo Stato per progetti del 2003 o più antichi?».

Impatto ambientale

Aggiunge l’ingegnere: «Non ultimo il fatto che questo progetto attualmente prevede l’attraversamento di 2 frane a rischio molto elevato in Monte Murano e una dello stesso livello di pericolosità a Pontechiaradovo, frane che non sono per regolamento europeo attraversabili da opere infrastrutturali».

«Oltre al fatto dell’abbattimento di abitazioni, distruzione di paesaggio, devastazione di un’area magica per la creazione di una mastodontica stazione nella quale in 30 anni l’aumento del traffico prevede a sua volta l’aumento di 10 passeggeri».

«Dissipazione di risorse, devastazione del territorio e mancanza di lungimiranza moderna sono le caratteristiche di questo progetto che andiamo a far finanziare con fondi Ue».

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Il progetto alternativo

«D’altra parte il progetto elaborato dall’ing. Massimo Belcecchi prevede il rispetto della partenza da Genga, rimodernando l’attuale stazione, attraversa una galleria senza demolire case e viabilità di un paradiso come la Gola della Rossa e poi arriva a Serra San Quirico senza disturbare il monte Murano, la sorgente Gorgovivo e le abitazioni. Tutto ciò con minori costi di realizzazione e durata più breve», conclude il presidente del Comitato.

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«Nessuno ha però voluto esaminare il progetto tranne in un’occasione in cui pretestuosamente Rfi ha rigettato lo studio con osservazioni che sono state poi recepite e incluse nell’ultima versione del progetto, proposto alle istituzioni ma non preso in considerazione da alcuno».

«Ma non c’è il tempo perché ci sono strani interessi e perché Rfi intende trasferire tutti i rischi della progettazione sull’appaltatore».

«O la gara va deserta perché nessuna impresa può prendere un rischio così elevato, oppure gli appaltatori si fanno assegnare l’appalto pur sapendo che non ce la fanno con l’intento di andare avanti a suon di perizie suppletive e ritardi giustifica: unica prassi nota in Italia».

«Vediamo cosa succederà».

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