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Jesi

Il ricovero Trudo ancora in ospedale, ma sta meglio e pensa alla Jesina

La Tac è andata bene, resta in osservazione, amici e tifosi lo hanno sommerso di messaggi di affetto ma era talmente stordito che non riusciva nemmeno a leggere, ora pensa a recuperare per la gara con l’Osimana: «La mia squadra prima di tutto»

Jesi – E’ ancora ricoverato al reparto Osservazione (Obi) dell’ospedale “Carlo Urbani” il capitano della Jesina, Kevin Trudo.

Recatosi al pronto soccorso martedì alle prime luci dell’alba per un fortissimo male alla schiena che lo tormentava da ore, era stato sottoposto a cure antidolorifiche che non avevano sortito l’esito sperato convincendo i medici a trattenerlo per ulteriori accertamenti.

Per poterlo sottoporre a una Tac i medici hanno dovuto sedarlo, dato che da ormai due giorni il giocatore di origini parigine non riusciva a stare né disteso né seduto e aveva sollievo solo nello stare in piedi. Una vera tortura.

Per fortuna l’esame strumentale avrebbe dato esito negativo e, pertanto, il quadro clinico non si sarebbe aggravato rispetto ai continui fastidi dovuti alle due protusioni discali con le quali Trudo convive da molti anni.

Trudo tra due avversari: un classico in questa stagione da “sorvegliato speciale”

Anche se la crisi avuta questa volta, per sua stessa ammissione, non ha precedenti come intensità.

«Quella appena trascorsa – ci racconta il capitano dal suo letto del “Carlo Urbani” – è la prima notte di questa settimana in cui sono riuscito a dormire un po’. Mi sono svegliato per il dolore tre volte, ma poi gli infermieri mi hanno somministrato della morfina e sono arrivato a questa mattina. Comunque, il fatto di riuscire finalmente a stare sdraiato mi ha permesso di riposare qualche ora».

Già, perchè i medici hanno dovuto prescrivergli addirittura il potente analgesico oppiaceo per poterlo far distendere, talmente grave era la sua situazione, costretto a stare in verticale e senza sonno da oltre due giorni.

Il capitano a colloquio con un arbitro

«Non riesco ancora a camminare – ci dice Kevin -, ma sono riuscito ad andare in bagno da solo, anche se trascinandomi letteralmente. Penso che dovrò restare qui almeno un altro giorno, forse due. Ma ci sono miglioramenti e quindi sono sollevato».

Non perde la positività, quindi, la bandiera dei leoncelli, anche se ha passato ore davvero dure.

«Ho avuto tanti infortuni in carriera – conferma – , ma ho sempre stretto i denti per recuperare in fretta ed essere in campo, spesso andando sopra il dolore. Stavolta però il male provato e che, senza anestetici, starei ancora provando, è qualcosa di assurdo. Mi hanno detto i medici che la morfina solitamente difficilmente si prescrive per casi come questo, ma nel mio caso era necessaria».

Per capire il perchè questo atleta trentottenne sia uno dei più ben voluti nei 97 anni di storia della Jesina, basti pensare che in un momento per lui così difficile il suo pensiero va già al recupero.

Kevin, infatti, vuole provare a far di tutto per essere in campo il 7 aprile contro l’Osimana e dare una mano ai compagni per evitare la retrocessione in Promozione.

Lo striscione degli ultras della Curva Nord affisso in viale Verdi per il 97° compleanno della Jesina

In questi anni ha sempre lottato contro i dolori che la sciatalgia gli ha provocato, in silenzio e senza dichiararlo. Spesso è andato in campo con l’ausilio degli antidolorifici, troppo forte era il desiderio e il senso del dovere di indossare quella maglia biancorossa che si sente cucita addosso.

«Ho ricevuto veramente una marea di messaggi in questi giorni, da amici, tifosi, dirigenti e compagni di squadra. Anche da persone che conosco poco e per nulla. Me ne sto rendendo conto solo in queste ultime ore perchè fino a ieri me li leggeva Sara (la moglie – ndr), ma io nemmeno mi rendevo conto col dolore che avevo e stordito dai farmaci che mi davano. Infatti non sono riuscito a rispondere, ma mi sento di ringraziare veramente tutti per la vicinanza».

Uno striscione dei tifosi a favore del capitano leoncello

Resta l’ansia dei tifosi per le sue condizioni in un momento già difficile per le sorti della Jesina.

«A loro – ci ha detto il capitano rivolto ai sostenitori leoncelli – dico che per il momento è presto. Sono fortunato che è capitato adesso che c’è la sosta e mi permetterà di recuperare con calma. Già sento un miglioramento e quindi non mi abbatto, perchè potrebbe anche darsi che riesca a farcela. Chiaro che, ad oggi, non cammino e non riuscirei a giocare, ma ci sono ancora due settimane e sono fiducioso. In un modo o nell’altro ce la devo fare. La Jesina è troppo importante per me!».

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