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Cronaca

Jesi Palio, cuore e storia nel libro di Giancarlo Catani

A Palazzo dei Convegni ripercorsi i momenti di una manifestazione che di anno in anno ha coinvolto un numero sempre maggiore di persone e di spettatori

Jesi – Il Palio è nel cuore e nella storia della città di Jesi: lo documentano le 390 pagine del libro che ripercorre l’organizzazione della rievocazione storica. Il volume, curato da Giancarlo Catani, tra i fondatori della manifestazione, è stato presentato nel pomeriggio di sabato 5 maggio al Palazzo dei Convegni.

Tanti jesini hanno preso parte all’incontro – coordinato dalla giornalista Beatrice Testadiferro – insieme a un gruppo di figuranti che hanno indossato gli accurati costumi di nobili, popolani e sbandieratori. Con emozione e gratitudine sono stati ripercorsi i passi iniziali della manifestazione che di anno in anno si è caratterizzata per il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di persone, di associazioni e di enti, ciascuno dei quali ha portato una specifica competenza, una passione per un settore o per un progetto.

L’incontro di presentazione è iniziato con la visione di un filmato registrato durante l’edizione del 1998, con spezzoni del corteo dei sindaci di Jesi e dei paesi della Vallesina, dell’offerta del cero al vescovo padre Oscar Serfilippi sul sagrato del duomo, delle esibizioni degli sbandieratori. 

Si sono poi alternati tanti ricordi e testimonianze di alcuni dei protagonisti di queste manifestazioni che rimandano a un tempo molto lontano: la prima attestazione della presentazione del Pallio al Comune di Jesi risale a 796 anni fa, al 1227, e la consegna avvenne dal Comune di Apiro perché all’epoca la zona di influenza di Jesi (il contado) si estendeva da Corinaldo ad Apiro. I Comuni, per la festa del patrono San Floriano, il 4 maggio, dovevano portare alla città un proprio gonfalone, il pallio, e la cera, oltre a prestare un giuramento di sudditanza a Jesi. Queste manifestazioni si svolsero fino al 1808, sospese con le soppressioni napoleoniche durante il periodo della dominazione francese in Italia.

Mons. Costantino Urieli, giornalista e storico jesino, negli anni Settanta studiò a lungo le vicende dell’antica Aesis e del suo contado e preparò un progetto per rievocare quei tempi, ma non ci fu un seguito operativo.

Nel 1994 don Mario Bagnacavalli, parroco nel centro storico della città, a San Pietro Apostolo, coltivò il sogno di proporre un Palio moderno e convolse due capi scout, Loredana Ceciliani e Luca Contadini, i quali hanno raccontato di come realizzarono, proprio quell’anno, il «proto-palio con giochi secondo il metodo scout, in Piazza Federico II, riuscendo a coinvolgere i diversi gruppi dell’associazione».

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«Don Mario aveva a cuore i giovani – ha detto Loredana – e aveva a cuore il centro storico che vedeva spopolarsi e per questo motivo ha pensato di cogliere l’opportunità di una rievocazione storica per coinvolgere i ragazzi e le ragazze e per rivitalizzare il centro storico con una manifestazione attrattiva».

In apertura dell’incontro, il presidente dell’Ente Palio di San Floriano, Emanuel Santoni, nel ringraziare Catani per il lavoro della pubblicazione, aveva evidenziato proprio nel confronto tra le generazioni il punto di forza della manifestazione storica che permette anche di tramandare le tradizioni e di conoscere il passato della città e della Vallesina. L’autore Giancarlo Catani ha evidenziato la capacità che l’evento del Palio ha di coinvolgimento delle persone, anche cinquecento per ogni edizione, impegnate nei diversi servizi sia nei giorni dell’evento sia tutto l’anno per preparare, promuovere, organizzare.

Il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo ha preso parte alla presentazione insieme all’assessore alla cultura Luca Brecciaroli, hanno evidenziato il valore della manifestazione che «rimanda a un tempo lontano ma si alimenta nell’oggi delle relazioni umane e istituzionali, grazie al lavoro, spesso nascosto, di tante persone che ci mettono il cuore perché tutto possa svolgersi al meglio».

Dell’associazione del Palio, che inizialmente si chiamava “Associazione Amici della Società del Palio”, primo presidente è stato Giancarlo Catani (dal 1995 al 2004 e poi di nuovo presidente dal 2011 al 2012) che ha sempre mantenuto un forte legame con l’associazione nella quale si è sempre impegnato.

Al servizio costante e appassionato di Catani ha voluto rendere omaggio Marco Polita, sindaco di Jesi durante le prime rievocazioni storiche, che ha apprezzato l’ampia pubblicazione, ha ricordato l’impegno per il Palio dell’allora assessora Katia Mammoli ed ha desiderato sottolineare il passaggio dalla storica sudditanza espressa dal Pallio all’attuale fratellanza tra i Comuni manifestata dalla rievocazione. 

«Ho visto dal mio negozio la prima manifestazione del Palio – ha detto Giorgio Rocchegiani, primo podestà della prima edizione e uno dei podisti – poi l’anno dopo ho deciso di impegnarmi partecipando all’organizzazione e segnandomi anche tutte le criticità che poi riferivo alla riunione. Ho anche coinvolto gli amici podisti nelle edizioni in cui si andava nei Comuni della Vallesina, un po’ correndo e un po’ aiutati dal pulmino, per portare il bando di invito ai Sindaci. Il Palio moderno è una manifestazione bellissima e spero che per le prossime edizioni il centro di tutti gli eventi sia a San Nicolò».

Il lavoro per l’evento che dura alcuni giorni è molto lungo, ricomincia appena finita un’edizione: anche nel 2020 e nel 2021 quando non si è svolto in presenza per l’emergenza pandemica, il Palio si è adattato all’online mantenendo un contatto con gli affezionati alla manifestazione. 

Catani, durante l’incontro ha cercato di far risaltare proprio questo impegno continuativo, un servizio non sporadico, che richiede uno sforzo comune nel segno della fratellanza e la collaborazione con le amministrazioni comunali.

A questo riguardo, il giornalista Pino Nardella ha condiviso i suoi ricordi delle prime edizioni del Palio, quando lavorava per il Comune, con la dirigente Loretta Mozzoni che gli affidò il coordinamento della manifestazione, il cui regista era Giovanni Nardoni

«Sono stati un grande lavoro e una grande responsabilità – ha ricordato – la buona volontà delle persone era tanta, si impegnavano nei compiti più diversi ed erano sempre pronti a dare una mano agli operai del Comune, anche nelle mansioni più nascoste come mettere e togliere le transenne». 

Non tutto è stato semplice, ci sono state anche persone che avevano dubbi sulla bontà dell’idea ma poi ha prevalso la capacità di unirsi per realizzare qualcosa per la città: a questo ha fatto riferimento uno dei fondatori, Carlos Alberto Owen, che insieme a sua moglie Anna Maria Frezzi, è rimasto sempre vicino alla manifestazione.

«”Monelli, non c’avede fame? Ve porto ‘l ‘ciambellò col vì”: era don Mario Bagnacavalli che vegliava sulle riunioni serali e notturne per organizzare il Palio e che in questo modo dimostrava il suo sostegno a noi giovani appassionati a far rivivere la storia della città», ha ricordato Owen nella sua testimonianza.

Sara Ubertini, la sindaca di Belvedere Ostrense, paese dove è custodito l’ultimo pallio originale del 1807 e che ha vinto l’edizione moderna del 2022, ha preso parte all’incontro ed ha messo in luce il collegamento tra l’antico pallio, realizzato in tessuto, e il senso della rinnovata manifestazione che deve tendere a rinforzare il tessuto sociale della comunità.

«Il Palio unisce ed è un segno di disponibilità e di fratellanza tra i Comuni», ha detto il sindaco di Staffolo, Sauro Ragni che ha ringraziato Giancarlo Catani per il lavoro di raccolta nel libro e per aver creduto in questa manifestazione capace di unire le persone e le istituzioni.

Il libro Il Palio di San Floriano, nel cuore e nella storia della città di Jesi”, è disponibile all’EdicolaLibreria Cattolica di Corso Matteotti e alla sede dell’Ente Palio, in Piazza Baccio Pontelli.

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