Attualità
JESI Paola Lenti: «Lascito Morosetti sia destinato in beneficenza»
30 Novembre 2020
L’ex assessora della Giunta Bacci pensa che così facendo venga rispettata la vocazione della città che si è sempre «pregiata di grande attenzione al mondo del sociale»
JESI, 30 novembre 2020 – Confronto aperto sullo spostamento della fontana dei leoni, come da volontà testamentarie di Cassio Morosetti, o la donazione in beneficenza dei due milioni di euro come disposto dallo stesso vignettista jesino.
Oggi in consiglio comunale, consigliere e consiglieri di maggiornaza e opposizione si confronteranno proprio su questo: da una parte la proposta referendaria delle opposizioni, perché siano jesini e jesine a decidere, dall’altra l’atto di indirizzo della Giuta comunale che indica come spendere il corposo lascito.
Anche l’ex assessora Paola Lenti, entra nel dibattito come «semplice cittadina, ma sentendo ancora la responsabilità civica verso gli elettori».
Per la Lenti rinunciare all’eredità non sarebbe uno sgarbo nei confronti del benemerito Morosetti «dato che nel suo testamento ha già previsto un’alternativa davvero nobile a favore di due associazioni benefiche di Milano, Fondazione Opera San Francesco per i poveri e Pane Quotidiano, che agiscono a favore di situazioni di indigenza, ed emergenza, oggi crescenti anche a causa del periodo che stiamo vivendo, ed alla Lega del filo D’Oro di Osimo che insiste nel territorio della nostra provincia, ed assiste persone e famiglie di sordo ciechi e pluriminorati psicosensoriali, di riferimento a livello nazionale».
Morosetti, ricorda Paola Lenti, ha già lasciato un ricordo indelebile nella nostra città, contribuendo alla costruzione del nuovo Centro Alzheimer.
La questione non è estetica: «Non sarebbe neanche la fattibilità dello spostamento, né l’ottimizzazione nell’uso degli spazi, già notevolmente rivitalizzati in centro, quando Jesi ha anche tanti altri luoghi, magari più periferici, da valorizzare per eventi ed altro, che potrebbero far rifiorire l’intera città. E di certo non è messa in discussione la figura di Morosetti. La questione è di principio: è giusto e fino a che punto che un’Amministrazione pubblica sia condizionata e vincolata nelle sue scelte dalla volontà di un privato facoltoso, ritornando ad un mecenatismo incontrollato ed affidato di volta in volta alla discrezionalità dell’Amministrazione di turno».
«Qui non si tratta di una semplice donazione, come quella della Cesarini, per fini di pubblica utilità, una casa famiglia per disabili, che lascia ampia discrezionalità all’Ente su dove e come realizzarla, tanto che se ne parla da anni proprio per vagliare la soluzione ottimale che rispetti le esigenze di tutti, Comune, donatrice e destinatari dell’opera».
L’intervento andrebbe a rivisitare due piazze «di cui la Federico II, che oggi ospita la fontana ripulita di recente nel 2010, già oggetto nel 2007 di un importante intervento, frutto di un attento studio architettonico che desse armonia ed equilibro agli elementi presenti nella stessa. Revisione effettuata con impegno di risorse pubbliche e che anche allora non portò a questo ripristino, nonostante il dibattito aperto da anni e il finanziamento mirato offerto da Morosetti già dal 1998. Volontà rinunciata dall’Amministrazione attuale quando nuovamente espressa in vita, gli ha preferito il centro Alzheimer».
«Risulta dunque una vera necessità per la nostra città questo spostamento o solo una ghiotta opportunità che magari potrebbe non stonare ed incontrare il gusto di molti, ma di certo rinunciabile? E se un giorno qualche illustre facoltoso della nostra città muorendo proponesse lo spostamento della statua del Pergolesi per riportarla alla sua naturale collocazione storica, invocando le motivazioni del 1910, per par condicio andrebbe accolta, soprattutto se foriera di nuove risorse per la città?».
Si rischia, secondo Paola Lenti, di far passare il messaggio «che un privato cittadino può condizionare le decisioni di un’Amministrazione. I tempi stringono e la scelta ormai alle porte era scontata, per come ci si è mossi dalla prima ora, con ipotesi già vagliate e pronte e con buona pace anche dei nostalgici che non hanno trovato soddisfazione con il Pergolesi. Ma credo che molto nobilmente e senza offesa, così come nobilmente Morosetti ha espresso il suo amore ed il suo attaccamento a Jesi, si farebbe bene a ringraziarlo. E allora perché non lasciare che questi soldi vadano in beneficenza, a questo punto grazie alla generosità di Morosetti, che vedrebbe comunque rispettate le sue volontà testamentarie, e a quella dell’Amministrazione che vedrebbe così rispettata la sua vocazione di città che si è sempre pregiata di grande attenzione al mondo del sociale, con uno sguardo più ampio che sappia andare verso esigenze sicuramente più gravose ed impellenti di quelle strettamente locali».
«Un ragionamento – conclude Paola Lenti – fatto senza alcuna animosità o faziosità politica, con onestà intellettuale e senza quella meschinità attribuita a chi pensa di fare beneficenza con soldi non suoi, la stessa che rivelerebbe l’Amministrazione facendo la splendida con il lascito altrui, avallando l’idea che il fine giustifichi i mezzi o che ogni lasciata sia persa. In fondo è una decisione che favorisce comunque il bene comune e credo che entrambe le scelte non si debbano considerare meschine, perchè previste dallo stesso benefattore».
«Si tratta di essere trasparenti e scegliere tra un’opportunità economica bypassando il principio che un’Amministrazione non debba essere condizionata da lasciti di privati con vincoli stringenti e perpetui, o portare avanti questo principio senza compromessi economici, optando per la seconda possibilità».
(e.d.)
(foto in primo piano di Danila Marasca)
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