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Cronaca

Jesi Ponte San Carlo, ritorno alle origini in attesa del nuovo

Della vecchia infrastruttura non c’è più alcuna traccia, sgomberate anche le macerie, tutto pronto per la prossima tappa, la ricostruzione

Jesi – Ora che del Ponte San Carlo non resta traccia, neanche le macerie, dal quartiere di Minonna sembra emergere un’immagine bucolica immersa nella campagna jesina.

A dividerla dal resto della città il fiume Esino, sulle cui sponde si trovano i mezzi di cantiere che come prossima tappa del cronoprogramma di intervento avvieranno le operazioni di ricostruzione della vitale infrastruttura.

Il futuro Ponte San Carlo

Sono 400 i giorni complessivi indicati all’avvio dei lavori che dovrebbe concludersi entro agosto 2024, fatti salvi gli inconvenienti meteorologici o la piena del fiume.

Ora l’assenza totale del collegamento – resta soltanto una passerella di cantiere – che ha fatto la storia della città, rievoca immagini di un tempo che fu, parliamo di diversi secoli fa, oltre 9.

Le prime notizie di un ponte situato nei pressi di Santa Maria del Piano – come descritto nella pagina di storia del sito dedicato – risalgono al 1100 circa.



Importanti lavori di restauro furono compiuti in due momenti, nel 1434 e nel 1492. Il ponte venne poi integralmente ricostruito nel 1564, con una collocazione più a monte dell’attuale, in corrispondenza dell’odierna via Esino.

Successivamente venne realizzato, ma in posizione arretrata, un ponte in muratura, fatto saltare dai tedeschi in ritirata nel luglio del 1944.

Sarà la nuova infrastruttura a ricreare quel collegamento fondamentale, quel ponte che permetterà ai cittadini di essere di nuovo uniti in un’unica grande città.

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