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Jesi Problema rifiuti, verso la conclusione?

Al sindaco Lorenzo Fiordelmondo: «Prima di lasciare occhi aperti, la storia insegna», dubbi e valutazioni sulla scelta del nuovo gestore unico provinciale che vede AnconAmbiente capofila

Jesi – In evidenza da anni, pare che con le ultime dichiarazioni del sindaco, il problema della nuova gestione della raccolta rifiuti vada in porto.

Tanto più che poche ore più tardi l’assemblea dei sindaci – Ata – ha dato parere favorevole, con 27 sì ma dieci astenuti e assenze pesanti come Senigallia e Falconara. Anche se era prevedibile.


Nel passato la trattativa per arrivare a un coordinamento provinciale o quasi, si era incagliata nel dubbio se procedere con gara pubblica (e con il rischio dell’inserimento speculativo di grandi imprese private) oppure arrivare con il sistema in house tra Comuni che già gestiscono in proprio la raccolta differenziata.

Il duello tra Ancona e Jesi sperimentato con la passata Amministrazione, pare che si sia risolto proprio quando ad amministrare i due Comuni si sono trovati ad operare due Sindaci di orientamento politico molto diverso. Segno evidente che ogni problema non è legato tanto agli orientamenti politici, quanto alla buona volontà e al senso realistico delle cose. E che anche le liste civiche risentano del peso di opinioni ideologiche ben radicate.


JesiServizi, non da oggi, ha dimostrato un’ottima efficienza in termini di raccolta, di presenza, di puntualità. Tant’è che la differenziata ha superato la percentuale richiesta, al momento, dalla legge nazionale. Eppure dovremo cedere tutto ad AnconAmbiente che attualmente ha una preminenza quantitativa più che doppia rispetto a Jesi.

Di tempo per il raggiungimento di una positiva risoluzione sia giuridica che organizzativa ce ne vorrà. E c’è da sperare che non si incappi ancora in ostacoli giuridici soprattutto da parte della Corte dei Conti, come nel passato.


Non so quale sia oggi il livello organizzativo di AnconAmbiente che, al di là della costituzione della nuova società, rimarrà il centro e il nerbo di ogni futura iniziativa e, soprattutto, quella che deciderà se la scelta di oggi sia stata positiva o meno.

Essere presenti in Consiglio, in proporzione alla raccolta di ciascun Comune, garantisce un po’, ma nella realtà di tutti i giorni si potrebbe rischiare che tutto continui come prima, salvo un allargamento dei compiti. Che sarebbe il peggiore degli errori.

Dal momento che ci si avvia a una gestione provinciale, se tale dovrà essere, personale, strutture, metodi, dovranno essere adeguati, cioè trasformati in modo che si raggiungano ulteriori miglioramenti nella raccolta differenziata e insieme si abbia ulteriori risparmi.

Se invece, cosa non impossibile, si rischia il carrozzone, allora dovremo tenercelo perché tornare indietro sarà, di fatto, impossibile. Per il personale in particolare l’attenzione di chi di dovere dovrà essere tale da permettere che ciascun Comune partecipante possa esprimere le sue presenze in proporzione alla raccolta. E che i conti tornino, cioè si arrivi ad ulteriori risparmi fin da principio.

P.S. – Caro Lorenzo, su Qdm Notizie, Jesiamo scrive: «AnconAmbiente ha le caratteristiche , le potenzialità e le capacità per essere il gestore unico dei rifiuti della provincia di Ancona?».

Che Jesiamo sia bastian contrario è voluto dalla storia del passato con Bacci. Però voglio sperare che non sia tutto una pura invenzione.

In concreto, mi permetto di esortarti, prima che sia troppo tardi, a conoscere molto da vicino qual è effettivamente il polso di AnconAmbiente. Si parla addirittura di carrozzone, di debiti ecc. Tutto falso? Pura polemica? Credo che un po’ di prudenza e un approfondimento di tutti gli aspetti del futuro gestore siano doverosi perché il nostro servizio è andato sempre molto bene con tutte le Amministrazioni.

“ Strada buona non fu mai lunga…”. Prima di lasciare, occhi aperti. Un esempio? Nel lontano passato la Cassa di Risparmio di Ancona era pronta ad unirsi a quella di Jesi che si trovava in ottime condizioni al punto di costruire la nuova sede, ma approfondite le cifre e altro, ci furono scoperte clamorose e condizioni tali che fecero interrompere all’istante ogni intesa.

La storia insegna. Non ho documenti in mano, ma vorrei sapere, per esempio, su che si fonda la non partecipazione di Senigallia e Falconara. Solo ragioni politiche o personali o diffidenze fondate?

Vittorio Massaccesi

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