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Serra San Quirico Restyling chiesa di Castellaro, la volontà non manca ma i fondi?

Il parroco don Michele: «Si potrebbe attingere dalla Cei che dà disponibilità a erogare il 70% della cifra necessaria ma come facciamo a coprire il restante 30%? Servono donazioni»

Serra San Quirico – «Manca il criterio, non è mancata la domanda», le parole di don Michele Giorgi, parroco della comunità di Castellaro, in risposta alla polemica mossa dai residenti della località riguardo alla mancata ricostruzione della chiesa di San Lorenzo, di proprietà della parrocchia, facente capo alla Curia di Camerino, gravemente danneggiata in seguito al sisma del 2016.

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«Il nostro Comune non è dentro il cratere del terremoto, per cui non puó usufruire dei contributi statali, del 100%, per la ricostruzione. Le chiese che vi rientrano vengono finanziate dallo Stato, le altre restano escluse», spiega don Michele, l’unica autorità competete in materia.

Il cratere altro non sarebbe che l’area colpita con maggiore impeto dal sisma, dove questo ha causato i danni peggiori nella zona intorno a Macerata.

«Tuttavia – aggiunge don Michele – sarebbe possibile attingere a un altro fondo, quello della Cei, Conferenza episcopale italiana, che ogni anno assegna contributi per una chiesa della diocesi che vuole essere ricostruita».

«Questo contributo è del 70%, il che significa che il restante 30% è a carico della parrocchia. Nello specifico, la spesa per ristrutturare la chiesa di San Lorenzo si aggira intorno ai 120.000 euro, cifra che inoltre è da rivedere in quanto i prezzi sono aumentati. Perciò, anche se la Cei mettesse a disposizione circa 80 mila euro, ai restanti 40 mila dovrebbe pensarci la parrocchia, la quale essendo molto piccola non dispone di tale cifra».

Si potrebbe peró sperare in una generosa donazione.

«Anche la chiesa di Sasso, rientrata in funzione a maggio dello scorso anno, era fuori dal contributo statale – spiega il sacerdote – ma è stata restaurata con l’intervento della Cei, al quale si è aggiunto il contributo, appunto del 30% della spesa necessaria, di don Giovanni Piccioni, parroco di Mergo, che ha donato quei soldi in memoria della sua nascita a Sasso».

«Inoltre – continua don Michele – la Cei non consegna il 70% a fondo perduto: prima di riceverlo bisogna dimostrare di avere la cifra che manca e di poter mettere in campo il totale».

«Ci stiamo senz’altro muovendo -, conclude il parroco – ma senza generose donazioni o l’intervento di qualche benefattore temo che non si farà nulla. Per ora, quindi, si continueranno a celebrare le funzioni in un seminterrato, che è sufficientemente grande per ospitare la piccola comunità».

Nicoletta Paciarotti – Vittoria Donna

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