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CASTELBELLINO Il Sindaco: «L’opposizione cerca solo visibilità»

Andrea Cesaroni rilancia il ruolo dell’Amministrazione e non risparmia stoccate alla minoranza

CASTELBELLINO, 2 dicembre 2020 – In merito alle polemiche che si stanno susseguendo tra la maggioranza consiliare di Uniti per Castelbellino e l’opposizione rappresentata da Ritroviamo Castelbellino, c’è la presa di posizione del sindaco Andrea Cesaroni (foto in primo piano).

In una lunga nota, infatti, il primo cittadino parte subito all’attacco sottolineando come «sempre più spesso, per assecondare la loro voglia di visibilità, i consiglieri di minoranza di Castelbellino cercano motivazioni per riempire le pagine dei social e non hanno remore a descrivere il Comune di Castelbellino come un regime dittatoriale, magari facendosi aiutare anche da persone che nulla hanno a che fare con il nostro Comune. Non mi risulta infatti che il Consiglio comunale di Castelbellino abbia bisogno di un consigliere esterno, a meno che i consiglieri di minoranza di Ritroviamo Castelbellino non si sentano sufficientemente preparati per svolgere il ruolo che spetta loro».

«Ringrazio il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Ciccioli per i suggerimenti chiaramente super partes e apprezzo l’interessamento per i suoi ​beniamini il ruolo di padre putativo, invitandolo ad assistere ai nostri Consigli comunali che da sempre si svolgono nel massimo rispetto delle norme».

«Non posso però esimermi dal ricordare – puntualizza il Sindaco – che il Consiglio comunale è sovrano e che le ingerenze non sono permesse a nessuno, neanche ai consiglieri di enti sovracomunali.
Se ci fossero delle recriminazioni da fare ricordo che ci sono le sedi opportune come ben sanno i consiglieri di minoranza, alle quali però bisognerebbe rivolgersi a ragion veduta, altrimenti si rischia di ottenere il rigetto, come è già successo nel ricorso al Tar che è anche l’argomento dell’interrogazione».

«Facciamo chiarezza. Nel corso di questa prima parte della legislatura i consiglieri di minoranza, che lamentano il fatto di non essere ascoltati e di non ottenere collaborazione, hanno adottato un comportamento ostruzionista votando contro in tutti i Consigli comunali, nella maggior parte dei casi senza entrare nella discussione nemmeno per motivare il loro voto contrario. Votazione contro a prescindere dunque, addirittura anche quando si trattava di prendere atto di erogazioni fatte dallo Stato a beneficio del Comune. Spesso adducendo che non hanno avuto il tempo di studiarsi gli argomenti».

«Hanno però presentato  – scende nel dettaglio Andrea Cesaroni – più di cento interrogazioni, cinque esposti nei confronti personali di assessori e consiglieri comunali, innumerevoli segnalazioni alla Prefettura senza ottenere da parte degli organi preposti nessun provvedimento a fronte del buon operato dell’attuale Amministrazione.
Non soddisfatti, in piena emergenza covid, hanno presentato anche un ricorso al Tar. Oggetto del ricorso era la richiesta di annullamento di un intero Consiglio comunale convocato in maniera straordinaria in quanto, in pieno periodo covid, la convocazione non è stata consegnata manualmente dal messo comunale ma è stata inviata ai consiglieri con largo anticipo tramite pec e mail. Modalità certo non usuale ma giustificata dall’emergenza della pandemia in corso».

«I consiglieri di minoranza, pur presentandosi puntualmente al Consiglio, dimostrando se ce ne fosse bisogno che la convocazione era puntualmente arrivata, contestavano la modalità di convocazione e in quella sede, chiedevano l’annullamento del Consiglio nonostante la seduta contenesse tra l’altro il bilancio di previsione, atto di fondamentale importanza per la funzionalità della macchina amministrativa. Dimostrando così la loro più totale indifferenza al regolare svolgimento delle attività del Comune in risposta ai problemi dei cittadini in un periodo già gravato dalla straordinarietà degli eventi.
Con disprezzo della realtà dei fatti hanno anche sostenuto di essere stati cacciati coarcitivamente e brutalmente accompagnati fuori, quando invece nel documento che hanno presentato all’inizio del Consiglio, oltre a contestarne la convocazione, chiosavano dicendo che sarebbero usciti immediatamente».

«Non ottenendo il rinvio del Consiglio, due dei quattro consiglieri di minoranza presentavano ricorso al Tar per l’annullamento previa sospensiva. L’udienza per la sospensiva si è svolta e il Tar ha rigettato il ricorso dando ragione al Comune».

«Poco importano le fantasiose recriminazioni della minoranza, rimane il fatto che la difesa di fronte al Tar ha comportato delle spese legali pari a 7.350 euro che andranno a gravare sul bilancio comunale e pertanto sulle tasche dei cittadini quando avrebbero potuto essere spesi per la scuola, il sociale, le opere pubbliche, le manutenzioni o meglio ancora per affrontare le maggiori spese derivanti dagli effetti covid.
Confidiamo nel risultato positivo anche nel merito auspicando anche il riconoscimento delle spese».

«Ora di fronte alla richiesta di chiarimenti sulla pronuncia del Tar, presentata tramite interrogazione dai consiglieri Basili e Costanzo, l’oggetto dell’ennesima recriminazione della minoranza è la modalità dello svolgimento dell’interrogazione. Come dovrebbero ben sapere i consiglieri di minoranza, avendo loro presentato più di cento interrogazioni, il regolamento in riferimento all’interrogazione prevede che il Presidente del Consiglio comunale dà la parola all’interrogante che legge l’interrogazione, dopo di che l’interrogato, in questo caso il Sindaco, risponde all’interrogazione e ridà la parola all’interrogante che deve esprimere la sua soddisfazione o meno alla risposta ottenuta. L’interrogazione, avendo carattere informativo, non dà luogo a discussione. Si può chiedere di intervenire solo per fatto personale. Costituisce fatto personale l’essere censurato nella propria condotta ed anche il sentirsi attribuire fatti non veri oppure opinioni contrarie a quelle espresse. Il Presidente del Consiglio valuta se dare o meno la parola.
Il voler intervenire per forza senza averne diritto come avrebbe voluto fare la consigliera di minoranza, è sì lesivo delle norme. Se far rispettare le norme è indice di regime allora è vero, Castelbellino è un regime dove regime significa “dotato di una forma di governo”».

«Non entro in merito  – conclude Cesaroni – al tentativo di richiamare la violenza sulle donne in maniera così fuori luogo, atteggiamento che reputo veramente indecente».

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