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Castelbellino

CASTELBELLINO AL VIA L’UNIONE CON MONTE ROBERTO: GESTIONE ASSOCIATA IN PARI DIGNITA’ PER OFFRIRE SERVIZI MIGLIORI AI CITTADINI

Il sindaco di Castelbellino Andrea Cesaroni (foto CriCo)

Il sindaco di Castelbellino, Andrea Cesaroni
(foto CriCo)

CASTELBELLINO, 23 marzo 2016 – Quasi una prima in vista della prossima unione. Nella sala consiliare del comune di Castelbellino, infatti, il sindaco Andrea Cesaroni e quello di Monte Roberto, Gabriele Giampaoletti, hanno presentato, ieri 22 marzo, il primo passo ufficiale che vedrà le due realtà mettersi insieme nella gestione associata dopo l’approvazione dello Statuto e l’emanazione delle delibere. Ma si è parlato anche dei recenti sviluppi relativi alla discarica di Moie di Maiolati, con il diniego della conferenza dei servizi all’ampliamento. E non poteva essere altrimenti.

Il sindaco di Monte Roberto, Gabriele Giampaoletti (foto CriCo)

Il sindaco di Monte Roberto, Gabriele Giampaoletti
(foto CriCo)

A Monte Roberto il “sì” all’unione  è stato espresso il 7 marzo scorso, una settimana dopo a Castelbellino. Con i due primi cittadini anche Massimo Costarelli, vice sindaco, Gianfranco Amburgo, assessore all’ambiente, Gioia Santarelli, assessore ai servizi sociali, tutti di Castelbellino, e Marco Bini, assessore ai servizi sociali di Monte Roberto.

Entro 45 giorni dovrà essere convocato il primo Consiglio comunale congiunto dell’Unione, presieduto per la prima volta dal sindaco di Castelbellino (in quanto realtà più grande con i suoi 5 mila abitanti e quindi sarà anche la sede legale dell’Unione, 3 mila l’altra), poi ci sarà l’alternanza con quello di Monte Roberto per uno spazio temporale, nel ricoprire l’incarico,  di 20 mesi ciascuno.

Tutto, comunque, all’insegna della pari dignità. Tanto è vero che in Consiglio siederanno 12 componenti (compresi i due Sindaci, che lo sono di diritto), poi 5 consiglieri per parte, 3 alla maggioranza e 2 all’opposizione, con una Giunta che vedrà impegnati al massimo 4 assessori con i sindaci a rivestire il ruolo di presidente e vice.

Sin qui le cifre. Le motivazioni di fondo, sottese a una migliore distribuzione e qualità dei servizi, le hanno spiegate i due Sindaci, a cominciare da Giampaoletti che ha sottolineato come “ci sono state tante difficoltà per l’organizzazione comunale, normative che cambiano, scenari nuovi e variabili. L’uscita dall’Unione dei comuni della media Vallesina è stata vissuta con sofferenza ma con Castelbellino avevamo già in atto una connessione molto forte a livello teritoriale, con funzioni che riguardavano il cimitero e l’Istituto comprensivo. Per ora abbiamo in comune i vigili urbani e l’ufficio tecnico per quanto attiene l’urbanistica, poi amplieremo ai lavori pubblici, alla manutenzione e agli altri servizi, come i traporti scolastici e le colonie marine. Siamo in una fase iniziale, anche se è stata un’ottima cosa organizzarci tra noi, rimanendo, comunque, aperti ad altri possibili ingressi”.

La sede del comune di Castelbellino (foto CriCo)

La sede del comune di Castelbellino
(foto CriCo)

Il sindaco Cesaroni ha posto l’accento sull’analisi politica dell’iniziativa mettendo in risalto “il caos normativo di questi ultimi 3 anni dove si è visto che programmare scelte è impossibile. Noi abbiamo iniziato con singole funzioni per poter arrivare ad una visione più allargata. Quindi, siamo pronti a rispettare qualsiasi obbligo si dovrà soddisfare a fronte di qualsiasi decisione verrà presa. E i dipendenti, in tutto questo, stanno dando un grossa mano per poter essere in grado di ottemperare al meglio ad ogni genere di normativa. Certo, se tutto questo è stato concepito per dare un taglio alla politica con il conseguente abbattimento dei costi siamo nella logica sbagliata. Basti pensare che un consigliere comunale, a Castelbellino, incamera 60 euro annui. Diminuire le realtà comunali solo per il concetto dell’antipolitica sarebbe un’operazione che lede la partecipazione democratica ma anche il funzionamento dell’istituzione in sè. Un esempio? La Provincia. La strada per Montecarotto, che è di competenza provinciale, da tempo è dissestata. Chi ci pensa? Non crediamo, invece, alle fusioni, in quanto occorre salvaguardare l’identità, lo spirito di ogni realtà, di ogni paese. Il sentirsi uniti condividendo interessi è fondamentale, e noi cerchiamo di valorizzare le nostre peculiarità invece di distruggerle”.

Appena l’Unione sarà costituita – con il prossimo Consiglio comunale congiunto – tutte le varie funzioni saranno operative, con un accorgimento: quelle a diretto contatto con i cittadini, come l’anagrafe, saranno destinate a valle, potenziando le delegazioni, nei paesi resteranno quelle a relativo contatto con il pubblico, come edilizia e lavori pubblici.

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