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Cronaca

JESI ALLA CASA DEL POPOLO SI PENSA AL 2017, SANTARELLI (PD): “NON RIPETEREMO GLI ERRORI DEL PASSATO”

Pierluigi Santarelli, 43 anni, è il segretario del Partito democratico di Jesi dall’autunno 2012 (foto CriCo)

Pierluigi Santarelli, 43 anni, è il segretario del Partito democratico di Jesi dall’autunno 2012 

JESI,  21 gennaio 2016 –  Pierluigi Santarelli, 43 anni, è il segretario del Partito democratico di Jesi dall’autunno 2012. Tra i fondatori del Pd jesino, ha svolto il ruolo di capogruppo in Consiglio comunale durante la precedente amministrazione. È  stato eletto due volte consecutive negli ultimi due congressi cittadini, la prima volta con il 51%, l’ultima con l’80% dei voti.

È il segretario che detiene il record di longevità in carica dalla fondazione del Pd e quello che dovrà affrontare la contesa elettorale del 2017. Nel 2015 si è battuto per la realizzazione delle primarie per la candidatura al governo della Regione, sostenendo fortemente quella di Luca Ceriscioli, attuale governatore.

Con lui sondiamo quale sia lo stato di salute del maggior partito cittadino, attualmente all’opposizione in Consiglio comunale – dal 2012 – cercando anche di giocare sul tavolo delle prossime elezioni amministrative, tra un anno e mezzo.

«Il compito che ci aspetta non è facile. Il Pd non è abituato a stare all’opposizione e quindi anche questo  lavoro bisogna imparare a farlo. È vero che abbiamo avuto 3 anni e mezzo di tempo ma, come si dice, non si finisce mai di apprendere. È ovvio, dunque, che si possa pensare che a volte si è incorsi in qualche défaillance, ma non faccio fatica a dirlo.

L’aspetto preponderante, però, è che il Pd è un partito che governa questo paese, la regione, gran parte dei Comuni di questo territorio e in città, elettoralmente parlando, siamo il primo partito, per cui ci sentiamo una forza  di governo. Dopo le elezioni del 2012, quindi,  non c’è stato il diluvio.

Il nostro ruolo, seppur da oppositori, è molto responsabile, siamo persone che vivono seriamente il loro compito. Non facciamo opposizione urlata. Quando ce n’è bisogno cerchiamo di portare l’acqua al mulino della città attraverso iniziative politiche che possano incidere in questa direzione».

 

La Casa del Popolo, sede storica del Pd jesino

La Casa del Popolo, sede storica del Pd jesino (foto CriCo)

Sì, però, se il palazzo chiamasse, il Pd come risponderebbe?

«Da un lato bisogna attivarsi per cominciare a progettare un programma adeguato anche attraverso varie iniziative che non sono solo un esternare quello che vogliamo fare ma è anche un raccogliere le idee che ci vengono proposte da tutti.

Allo stesso tempo, per tornare al governo della città, abbiamo bisogno di rafforzare il dialogo con le categorie sociali, con l’associazionismo, per capire con loro come si possa progettare la Jesi del 2027, neanche del 2022, perché un ciclo di governo che si rispetti deve avere questo respiro.

Il Pd cercherà anche un dialogo con tutte quelle forze politiche che potranno diventare compagne di viaggio per l’appuntamento elettorale».

 

In generale, ma nel particolare?

«Se parliamo della squadra  da mettere in campo, il Pd dovrà fare uno sforzo ulteriore, superare la dinamica che c’è stata in passato e che ci ha portato alla sconfitta del 2012. Le primarie sono un grande strumento di esercizio democratico ma debbono essere il punto di arrivo di un percorso. Il gruppo dirigente dovrà avviare una riflessione seria e responsabile che lo porti a stabilire quali siano i criteri che delineeranno, appunto, la squadra che sarà eventualmente chiamata a governare Jesi».

(foto Candolfi - Jesi)

In questa legislatura il Pd è all’opposizione, un ruolo, al quale, dice Santarelli, non è abituato (foto Candolfi – Jesi)

Il candidato Sindaco, a parte i nomi che sono circolati, come verrà individuato?

«Ovviamente sarà una persona che agli occhi degli elettori dovrà apparire più brava di Bacci, avere una autorevolezza adeguata alla portata di quello che si aspettano i cittadini. Si capisce perciò quanto questo lavoro si presenti lungo e certosino.

Confido nel fatto che il gruppo dirigente, in maniera molto responsabile, si metta seduto e conformemente a quello che abbiamo concordato cominci a ragionare sugli aspetti e i criteri che possono modellare questa figura che ci dovrà rappresentare».

 

Potrebbe essere un rappresentante della società civile?

«Il Pd è una forza politica che ha le porte aperte. Ma per quanto ci riguarda la ricerca è al nostro interno. Ciò non toglie che in città ci siano altre figure che in qualche modo possono incarnare questo ruolo. Siamo, comunque, aperti a ipotesi e contributi».

Molto critico il Pd sulle politiche sociali e tributarie messe in atto dal sindaco Massimo Bacci (foto CriCo)

Molto critico il Pd sulle politiche sociali e tributarie messe in atto dal sindaco Massimo Bacci (foto CriCo)

L’anno appena iniziato in che modo vi vedrà protagonisti?

«Il 2016 è un anno cruciale e non ci nascondiamo che la nostra attività dovrà diventare più serrata di quanto non lo sia stata sino ad adesso. Proprio lunedì 11 gennaio scorso si è svolta una direzione politica insieme al gruppo consiliare, alla segreteria e al segretario provinciale per mettere in piedi quelli che noi pensiamo debbano essere i capisaldi dell’azione politica 2016 in vista delle elezioni. La sintesi è che vogliamo in primo luogo stabilire un percorso di natura programmatica, già avviato, e che si chiama “Idee per la città”, un ciclo di iniziative pubbliche. Porteremo qui anche il presidente della Regione per poter discutere con lui di tutte quelle politiche regionali che potranno aiutare a crescere il nostro territorio.

In collaborazione con le categorie sociali, partendo dai sindacati e sempre con la Regione (assessorato sviluppo economico) discuteremo di quelle che possono essere le buone pratiche per dare corso, incentivandolo, a quel tipo di imprenditorialità che possa cambiare il segno alla contingenza negativa attuale.

Azione, poi, di natura consiliare per mettere il dito dove ravvisiamo ci possano essere storture per quanto attiene il modo di amministrare dell’attuale Giunta».

 

Che va avanti, naturalmente, per la sua strada…

«Ma ci sono diverse cose sulle quali porre l’accento. Ad esempio, non ne condivido le politiche fiscali. Io sono per la progressività della tassazione, delle tariffe, perché  bisogna sempre aiutare chi ha di meno.

Guardando le tariffe sui rifiuti, l’impostazione che è stata data non va bene. Per quanto mi riguarda non è possibile che una famiglia che abbia più figli, proprio perché il numero è maggiore, debba pagare di più di uno stesso nucleo familiare che ne ha di meno. E magari parliamo di un nucleo con un monoreddito. Come è successo in altri Comuni, vedi Cupramontana, in qualche maniera bisogna rendersi conto che a quella famiglia va applicato un bonus. Non si può aggravare solo e semplicemente, ragionando “una testa una tariffa”. Una delle principali critiche che ho sempre rivolto a questa amministrazione è quella di avere una visione ragionieristica che non tiene troppo conto di quella che è la questione sociale. Due più due non fa sempre quattro. Ci sono situazioni da tutelare, persone che vivono grandi difficoltà. Chi non si può permettere i servizi deve comunque avere la possibilità di usufruirne. Non si abbassa la soglia di esenzione per l’Irpef comunale coinvolgendo chi ha un rapporto di lavoro precario come le donne a part time o i pensionati».

 

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Il fondo regionale al sociale si è stato un altro terreno di scontro tra maggioranza e Pd

Avete polemizzato molto anche sulla questione del fondo regionale al sociale…

«Non ho condiviso il fatto che l’Asp, attraverso questa amministrazione, abbia mandato lettere a casa di quanti usufruiscono del servizio disabili, dicendo loro che, a causa della Regione, si sarebbe interrotto il servizio.

Se io fossi stato il Sindaco di questa città avrei detto intanto “vediamo se, come ha promesso il neo presidente, il fondo verrà integrato, intanto magari rinuncio a tappare qualche buca ma garantisco sempre e comunque quel servizio anche facendo i salti mortali. Mi farò carico  del problema e poi me la prenderò con la Regione”».

 

E Jesi all’onore delle cronache per le polveri sottili?

«Abbiamo un triste primato, in questo senso, quello degli sforamenti. Stiamo lavorando a una iniziativa che possa in qualche maniera condurci a dire: la qualità della vita a Jesi, come la vogliamo strutturare? Occorre partire dalle politiche ambientali per arrivare a tante altre buone prassi che in altre città ci sono e che ci permettano di poter  vivere meglio. Affronteremo pubblicamente questo tema nelle prossime settimane. Quello che si sta facendo è assolutamente irrisorio per la gravità della situazione. Bisogna avere più coraggio perché non ci si può ridurre al solo fermare i diesel più vecchi. Sono palliativi. Il problema non è semplicemente stoppare le automobili ma ri-ragionare la mobilità in questa città. Non si sono più fatte le domeniche ecologiche, quelle della giunta Belcecchi, che erano un sistema educativo per aiutare le persone a capire che si poteva andare al lavoro a piedi o in bici. Bisogna vivere più serenamente la nostra dimensione cittadina. Avere piste ciclabili che siano al servizio di tutti e dare la possibilità a chi arriva in città di un’alternativa rispetto all’auto, anche attraverso la collaborazione tra pubblico e privato per la mobilità. Si può studiare una modalità del Piano del traffico, che stiamo aspettando, per reinventare il sistema.

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Polveri sottili, il Pd sostiene ancora il vecchio progetto di un viale della Vittoria trasformato in boulevard (foto CriCo)

Pensiamo al progetto del viale della Vittoria senza le macchine in doppia fila, togliendo situazioni di parcheggio da affrontare in altro modo e costituendo  vere e proprie aree di passeggio. Obbligare le persone a non prendere la macchina è un conto, invogliarle a vivere la città anche a piedi è molto meglio».

 

E quindi come ritrovate Jesi dopo tre anni e mezzo senza il Pd alla guida?

«L’attuale amministrazione ha affrontato situazioni contingenti, ha cercato di rimettere a posto i conti, operazione già iniziata con noi sin dal 2006 attraverso un piano di spending review  che oggi ha dato i suoi frutti,  ma non ha fatto abbastanza in merito al profilo del progetto. E in più credo che la nostra città debba tornare ad essere un vero punto di riferimento per quanto riguarda la provincia.

Questa amministrazione tali risultati non li ha ottenuti per quelle che erano le aspettative. Non c’è stato nessun vero cambiamento».

 

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