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Cronaca

Jesi Giornata contro la violenza sulle donne, «l’amore è un’altra cosa»

Fidapa e Rotary Club nell’iniziativa a Palazzo dei Convegni, gli interventi del vice questore Paolo Arena, dirigente del Commissariato cittadino e di Chiara Focone, delegata regionale di “Farmaciste Insieme”

Jesi – Palazzo dei Convegni ha ospitato, venerdì scorso, l’iniziativa Le parole non bastano: l’amore è un’altra cosa”, organizzata da Fidapa e Rotary Club in occasione degli eventi per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

L’amore è un’altra cosa, è proprio il titolo della canzone con cui si è aperto il convegno, sulle note della chitarra di Eddy Giunchi e la voce prorompente della cantante e vocal coach Giuseppina Gazzella. La coppia ha accompagnato in musica le delicate tematiche trattate nel corso del pomeriggio, di fronte al sold out di una platea estremamente attenta, tra cui c’erano tanti giovani studenti degli istituti superiori e tante donne di tutte le età, forse la presenza di qualche uomo in più sarebbe stata buona cosa.

Ad aprire l’incontro con i saluti, la presidente FidapaVirginia Reni e Maurizio Marchegiani vice presidente del Rotary Club Federico II, il presidente del Consiglio comunale Luca Polita, il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Ancona Gianni Marasca e Stefano Brecciaroli in rappresentanza dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche, i due ordini hanno patrocinato l’evento insieme al Comune di Jesi.

Un’occasione preziosa per fare il punto sulle diverse tipologie di violenza che possono subire le donne e sugli strumenti di prevenzione o di azione nel caso in cui la violenza sia già in atto, grazie agli interventi del vice questore Paolo Arena, dirigente del Commissariato cittadino e Chiara Focone, delegata regionale per le Marche Farmaciste Insieme.

«Con l’augurio che quella di stasera non sia soltanto una chiaccherata ma sia utile per mettere in atto azioni concrete in supporto alle donne vittime di violenza – ha esordito Virginia Reni, prima di lasciare la parola agli altri ospiti -, è importante che le donne siano a conoscenza degli strumenti che hanno a disposizione per reagire».

Virginia Reni

«I fatti degli ultimi giorni testimoniano che c’è ancora molto da fare – ha sottolineato Luca Polita – il femminicidio è solo la punta dell’iceberg ma sono tante le forme di violenza che possono essere esercitate su una donna, da quella verbale a quella psicologica, economica e fisica. Le donne sono molto forti ma hanno bisogno di strumenti che le allontanino da situazioni di maltrattamento».

«Bello vedere la presenza di tanti giovani perché è importante diffondere la cultura dell’uguaglianza di genere e del rispetto», ha evidenziato Maurizio Marchegiani.

Nel suo intervento sulla violenza nei confronti delle donne il commissario Paolo Arena ha riportato la sua esperienza sul tema, acquisita negli anni in cui ha prestato servizio in Sicilia, regione d’origine, seguendo numerosi casi di violenza anche tra i giovanissimi.

Il commissario Paolo Arena

«I comportamenti violenti e irrispettosi a volte si vedono sin dai banchi di scuola – ha spiegato – iniziano i primi insulti verbali, il controllo del cellulare da parte del ragazzo sulla fidanzatina, il controllo sui vestiti, gonne troppo corte o maglie scollate, sul trucco, sulle frequentazioni, le scenate di gelosia».

«Non crediate che questi siano comportamenti dettati dall’amore – ha sottolineato il Commissario rivolgendosi ai ragazzi -, sono già le prime forme di controllo e di dominio che l’uomo vuole esercitare sulla donna».

«Un controllo con cui l’uomo, da adulto, userà per mascherare le sue fragilità, attuando nel tempo una strategia che mira a far dipendere da sé la sua vittima. In che modo? Allontanandola dai rapporti con gli amici e con la famiglia, convincendola a non lavorare e stare a casa per accudire la famiglia, facendola sentire piccola e insignificante senza di lui, fino a che la vittima è completamente sola e isolata e comincia a fare propri i pensieri del carnefice, lo giustifica e si abitua a quella violenza».

«Il carnefice ha un disturbo di attaccamento per cui non può accettare l’eventualità di essere lasciato e fa terra bruciata intorno alla compagna in modo che lei non abbia altri punti di riferimento se non lui».

«Per questo è importante cogliere da subito i primi segnali di violenza e sapere che non si è soli ma si può chiedere aiuto e che gli strumenti di difesa sono tanti – ha detto il Commissario rivolgendosi di nuovo ai giovani – e ricordate che se vogliamo combattere questo fenomeno occorre un’azione collettiva, è importante intervenire segnalando il disagio di chi ci sta vicino, che può significare anche tradire in modo sano il silenzio promesso all’amica, se dietro ci sono una storia o un segnale di violenza».

Il Commissario ha anche parlato delle misure preventive che permettono di intervenire prima che si arrivi a conseguenze tragiche per la vittima, come l’ammonimento del Questore e l’ammonimento d’ufficio, che permettono di allontanare la donna dalla situazione di violenza e possono portare al deferimento alla Procura se il soggetto già ammonito reitera il comportamento violento.

Sul tema dell’azione collettiva, si è inserito anche l’intervento di Chiara Focone che ha raccontato del Progetto Mimosa e di come si sta diffondendo in tutta Italia.

«Le farmacie spesso sono viste dai cittadini come punti di riferimento, essendo diffuse capillarmente nei quartieri delle città. Spesso con il farmacista si ha anche un rapporto confidenziale e di fiducia e come tali sono percepite quali luoghi sicuri, sono tante le situazioni in cui i farmacisti hanno colto il segnale di violenza delle clienti e sono riusciti ad aiutarle, contattando le forze dell’ordine».

«Ora, con il Progetto Mimosa, stiamo divulgando in tutta l’Italia brochure, disponibili nelle farmacie, in angoli discreti, contenenti una piccola guida che identifica i vari tipi di violenza e fornisce alcuni consigli su cosa fare per segnalare il disagio e i relativi numeri utili da contattare».

Chiara Focone

Segnalata anche la realizzazione di una App scaricabile su cellulare che in apparenza sembra riferita al meteo – pensata per sfuggire agli eventuali controlli del partner sul telefono – ma in realtà al suo interno ci sono informazioni e numeri utili per chiedere aiuto, per contattare la Polizia e tenere anche un diario in cui conservare foto o materiale attestante le violenze quotidiane, che in questo modo non compariranno sulla memoria del telefono.

Assente tra gli interventi, quello della campionessa olimpica di fioretto Elisa Di Francisca a causa di un impegno imprevisto, presente, però, simbolicamente con le pagine del libro che avrebbe dovuto presentare, dal titolo “Giù la maschera e da cui Giuseppina Gazzella ha tratto la lettura di alcuni brani.

La storia di una ragazza come tante, che coltivava da adolescente il sogno della scherma ma che ha incontrato il fidanzato sbagliato. La campionessa ha messo a nudo la sua vicenda personale per dimostrare che da queste esperienze si può uscire vincitori, traendone insegnamenti e diventando più forti di prima.

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