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LETTERE&OPINIONI REFERENDUM COSTITUZIONALE, CONTRIBUTO DEL PROF. VIROLI

JESI, 1 dicembre 2016 – Ieri, mercoledì 30 novembre, presso il Circolo cittadino di Jesi si è tenuta una conferenza sul tema della Riforma costituzionale, organizzata dall’ANPI (Ass. Naz. Partigiani d’Italia) e dal Comitato per il NO di Jesi e Vallesina. Dopo una introduzione della dr.ssa Eleonora Camerucci, presidente della Sez ANPI di Jesi e una analisi critica della riforma da parte dell’On. Beatrice Brignone ha preso la parola il Prof. Maurizio Viroli (prof. emerito della Princeton University, USA) che ha sottolineato il cambiamento più importante di questa riforma , come previsto dalla modifica dell’art. 57: “I Consigli regionali eleggono i senatori fra i propri componenti”. Ciò comporta la limitazione della sovranità popolare e, se passerà la riforma, pur mantenendo attivo il Senato in molti ruoli fondamentali dell’attività parlamentare, non saranno più i cittadini ad eleggere i senatori ma i consiglieri regionali.
Per la democrazia la tutela della sovranità popolare è talmente importante che i nostri padri costituenti, non a caso, l’hanno inserito nel primo articolo della Costituzione. La sovranità popolare, assieme al diritto al lavoro, è un principio fondamentale su cui si basa tutto l’edificio costituzionale in quanto dà il tono, l’ispirazione, la logica di tutta la attuale costituzione dal primo all’ultimo dei suoi articoli. Quindi non è assolutamente vero che questa riforma non intacchi i principi espressi nella prima parte della Costituzione perché i cittadini, privati di questo diritto fondamentale, avranno meno possibilità di controllare le persone che incideranno sulla loro vita e sul loro futuro attraverso l’attività parlamentare. Conclude il prof Viroli: “Saranno meno cittadini e più sudditi”.
Questa scelta è una sottrazione talmente evidente della dignità dei cittadini che si è cercato di nasconderne la gravità introducendo nello stesso articolo una indicazione ambigua: i consiglieri eleggeranno i senatori “in conformità alle scelte degli elettori” creando così una contraddizione insanabile. Infatti la sovranità non può essere divisa in due: o è tutta dei cittadini o è tutta dei consiglieri regionali, dal punto di vista giuridico non ci può essere una terza soluzione. Questo dilemma insolubile dovrebbe essere risolto da una futura legge da approvare da entrambe le camere. Un vero pasticcio! La lesione della sovranità è lesione della libertà dei cittadini e in questo senso questa riforma è antidemocratica : “ E’ una scelta scellerata che dimostra una mancanza di responsabilità costituzionale indice di superficialità unìta all’arroganza”.
Citando Machiavelli, che vede su ogni decisione politica un obiettivo preciso, il prof. Viroli si chiede : perché Renzi lo ha fatto? A questa domanda i difensori della riforma danno delle risposte che non sono minimamente convincenti. Dicono: abolendo il bicameralismo paritario le leggi potranno essere fatte più velocemente! Naturalmente non può essere questo a giustificare il sacrificio della dignità dei cittadini perché la dignità non ha prezzi. Dicono : si risparmiano dei soldi! Solo i servi si vendono per denaro. Il vero risparmio si fa in altre maniere non modificando la costituzione. Dicono: vogliamo assicurare la governabilità! Il problema non è la governabilità ma il buon governo, formulare buone leggi. Le buone leggi, questo è un dato acquisito da anni di esperienza, nascono dal presupposto che ci siano dei limiti all’eccesso di potere da parte del governo sul resto delle altre libere istituzioni democratiche: il Parlamento, il Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale. “Ridurre, come ha fatto Renzi recentemente, la funzione della Corte Costituzionale alla stregua di un qualsiasi organo burocratico che blocca il paese, è da irresponsabili”.
Come si vede nulla giustifica la limitazione della libertà e della sovranità dei cittadini. Allora perché Renzi lo ha fatto al punto da spaccare il paese in due? La attuale Costituzione ha messo in condizioni l’Italia di affrontare gravissime crisi politiche, economiche, superare prove terribili come quelle del terrorismo, della strategia della tensione, dei tentativi di Colpo di Stato. Ciò è stato possibile perché il sentimento di appartenenza, fondamentale per tenere unite le persone, era garantito dal patto costituzionale. Tenere assieme un popolo, pensando al suo benessere, non è come guidare una azienda privata. La politica, come servizio, è l’arte di unire, di cercare sempre e comunque ciò che unisce. Questa è la ragione per cui De Gasperi ed il suo governo non si sono mai permessi di far pesare il loro potere sui lavori dell’Assemblea Costituente. La ragione è semplice: il Governo ha la possibilità di mettere in campo tutto il suo peso ricattatorio con promesse, minacce, illusioni, prepotenze per coartare la volontà di tutti, compresi i cittadini. Cosa che Renzi ha fatto fin dall’inizio e continua a fare in questi giorni. L’esempio del comportamento del presidente De Luca in Campania è emblematico: “dovete far votare Si alla riforma perché ci hanno promesso tanti soldi”! Perché Renzi sta rischiando tutto questo? La risposta è semplice: Renzi ha bisogno subito di una investitura popolare, al di fuori dei partiti e delle elezioni politiche, ha bisogno di un plebiscito popolare personale. La vittoria politica alle prossime elezioni sarà la sua naturale conseguenza. A questo punto si capisce perché è così importante ridurre la sovranità dei cittadini non facendoli più votare per il Senato. Nei fatti in futuro, se passerà la riforma, il Senato sarà composto da nominati frutto di un accordo fra le segreterie di partito. Se poi si aggiunge il ruolo dell’Italicum nel permettere al futuro “Capo del Governo” di controllare la Camera dei Deputati “si capisce l’obiettivo e la strategia complessiva del disegno di potere di Renzi e dei suoi cortigiani”.
Il prof .Viroli prosegue dicendo che una persona che ha un minimo di dignità e che ama la libertà deve avere paura di avere al potere un uomo solo; essere liberi non vuol dire avere un buon padrone,ma non averne alcuno. Per esempio negli Stati Uniti, a suo dire, una riforma di questo tipo sarebbe inconcepibile perché i cittadini statunitensi sono molto gelosi del loro diritto alla sovranità popolare che considerano inalienabile.
In conclusione, una nota positiva, il prof. Viroli ha affermato che in un quadro così desolante ha avuto però la soddisfazione di vedere in questo periodo tanti giovani mobilitati a difendere con entusiasmo questo patrimonio di pace, convivenza, serietà, esperienza, saggezza e umanità di cui è piena la nostra costituzione, solo che la si applicasse in tutte le sue parti.
Dr. Enzo Beccaceci

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