L’incontro Italia-Argentina e ritorno, per Nelida Marinelli Jesi sempre “nel cuore”

Jesi – Una vita in Argentina ma con lo sguardo rivolto all’Italia: è la storia di Nelida Marinelli, una storia che assomiglia a una delle tante famiglie italiane che nel primo ‘900 emigrarono verso il nuovo mondo senza mai recidere il legame con la propria terra. 

Figlia di genitori jesini, Nelida è nata e cresciuta a Buenos Aires ma parla fluentemente l’italiano e porta nel cuore Jesi, che ha conosciuto prima attraverso i racconti della mamma, poi personalmente, nel corso dei suoi viaggi in Italia: il primo nel 1978, il secondo nel 1986 con il marito Roberto Cordara e l’ultimo quest’anno, in questi giorni 

Nel 1924 il padre, Alfredo Marinelli, impiegato statale delle ferrovie, aveva scelto di non iscriversi al Partito fascista, il Pnf, e di lasciare il civico 121 di via Gallodoro – ricorda commossa Nelida – per partire insieme alla moglie Giuseppa Biocca, operaia, alla volta dell’Argentina.

Ma l’appartenenza alle radici jesine è rimasta un elemento fortissimo dell’identità della famiglia, che oggi ha tutta – nipoti compresi – la doppia cittadinanza. 

Mercoledì mattina, accompagnata dai figli Fernando e Ruben Cordara, dal nipote Ignacio e dai molti parenti italiani – tra cui la vicepresidente del Panathlon di Jesi Carla Saveri -, Nelida è stata accolta presso il Comune di Jesi dal sindaco Lorenzo Fiordelmondo proprio nella stanza in cui, un secolo fa, i genitori firmavano gli atti del loro matrimonio.  

«Sono stati i miei figli a organizzare questo viaggio e le mie nuore hanno insistito perchè partissero con me», ha affermato Nelida con il suo marcato accento spagnolo.

«È stata un’emozione grandissima, sono un po’ cittadina di Jesi anche io, la porto nel cuore. Tornare? Per il momento non credo ma nella vita mai dire mai».

(foto in primo piano: Fernando Cordara, Ruben Cordara, Nelida Marinelli, Lorenzo Fiordelmondo, Ignacio Cordara, Carla Saveri)