Segui QdM Notizie
;

Cronaca

JESI‬, LA DENUNCIA PRONTO SOCCORSO NEL CAOS, “VOLANTINAGGIO” DEGLI OPERATORI IN CONSIGLIO COMUNALE

JESI, 30 marzo 2015 – Il Pronto Soccorso del “Carlo Urbani” di nuovo nell’occhio del ciclone. Stamattina (30 marzo) in Consiglio comunale un gruppo di operatori ha denunciato pubblicamente quello che in più occasioni è stato evidenziato sul Pronto Soccorso. Gli operatori della sanità, in una lettera distribuita in aula a Sindaco, Presidente del Consiglio comunale e Consiglieri denunciano le gravi condizioni in cui sono costretti ad operare ed i forti disagi sopportati da loro e dagli sventurati pazienti. Tutto questo a causa di una carenza denunciata da tempo: la mancanza di posti letto disponibili rispetto a quelli previsti per il nosocomio jesino. Troppo spesso, anzi quasi sempre, chi arriva al pronto soccorso anche per problemi seri è costretto a rimanere su lettini di fortuna per ore, quando no per giornate intere. Sono accolti su barelle disposte spesso in doppia fila negli spazi del pronto soccorso; “accade di vedere – scrivono nella lettera – parenti che assistono i loro cari contorcersi su una sedia di plastica, capita di incrociare i loro occhi stanchi e di non poter rispondere alla semplice domanda ‘lo ricovera?’ solo perché la risposta sarebbe ‘Si .. sulla barella, signora’.

Situazioni di disagio che incidono anche sul comportamento operativo del personale, costretto spesso a vere gimcane tra una lettiga e l’altra, tra una barella e l’altra. Ma quel personale sanitario non deve assistere soltanto quei non ricoverati, deve infatti occuparsi anche di chi, forse da ore, è in attesa di essere visitato, di chi – capita anche questo – perché stanco di aspettare da in escandescenza. Senza contare il tempo che il personale “perde” nella vana ricerca di un posto in questo o quel reparto ospedaliero, o quello impiegato per far fronte alle continue telefonate “perché – scrivono – il Pronto Soccorso si è trasformato in una sorta di ‘piazza’: padelle, pappagalli, pannoloni; lui vomita, lei ha dolore, io non dormo, ecc.”. Senza tralasciare la pressione. Tutto questo, concludono gli operatori del pronto soccorso “non solo non è dignitoso, ma è anche pericoloso perché si rischia di perdere di vista l’essenziale”, vale a dire il rispetto delle persone in difficoltà, di gente che avrebbe fatto volentieri a meno di recarsi al pronto soccorso e che si trova li soltanto perché si trova nella necessità.
Il problema è reale, ma sembra che, nonostante le denunce levatesi da più parti nessuno abbia la voglia e la volontà di affrontare con risolutezza la questione. Solo così si potrà garantire un lavoro sereno agli operatori della sanità ed un posto letto a quanti, purtroppo, hanno necessità di adeguate cure ospedaliere.
(Sedulio Brazzini)

News