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JESI IL PONTE SAN CARLO PERICOLANTE STA CREANDO PROBLEMI, INTERVIENE GIAMPAOLETTI (MOVIMENTO CIVICO)

JESI, 22 agosto 2018 – I drammatici fatti di Genova hanno innescato in tutta Italia un acceso dibattito sulla sicurezza dei tanti ponti e viadotti che si incontrano sulle strade dell’intera penisola. Immancabilmente la questione tocca anche la nostra città dove, ancor prima del crollo del viadotto Morandi, il ponte San Carlo ha denunciato le sue carenze strutturali.

In un comunicato stampa del Movimento Insieme Civico, Marco Giampaoletti mette in evidenza alcune questioni non senza prima raccontare la breve storia del ponte che attraversa l’Esino nella parte sud della città. Per Giampaoletti la datazione della costruzione del ponte, risalente agli anni 61-62, sarebbe una delle cause della sua pericolosità considerato che il cemento armato sta mostrando l’anima di ferro che lo compone.

Da qui il recente provvedimento del Comune che limita il peso massimo degli automezzi in transito a 35 quintali. Peccato che, come scrive Giampaoletti, molti conducenti di questi mezzi pesanti “fanno i furbi”, specialmente nelle ore notturne, aggiungiamo noi.

Il consigliere comunale, ovviamente, si pone alcune domande: «Perché – scrive – solo oggi si ricorre ai ripari? Perché negli anni precedenti non è stato fatto nulla? Perché la Provincia e l’Anas non hanno fatto nulla nella manutenzione? Perché nelle precedenti Amministrazioni non sono state trovate soluzioni? Nella scorsa legislatura Bacci sono stati fatti dei controlli? La segnalazione è stata fatta da chi? Mi sembra cittadini? Quando si troveranno le risposte – prosegue la nota – la colpa non sarà di nessuno, ma in questo momento la situazione sta creando problemi». Basterebbe chiedere alla gente che abita al di là del Ponte San Carlo che cosa ne pensa oggi, dopo i fatti di Genova, della questione.

«Jesi è fortunata che sulla superstrada – sostiene ancora il consigliere – sono state fatte ben tre uscite, perciò il traffico si può dividere, soprattutto quello pesante. In questo modo in città si potrà diminuire il transito di mezzi pesanti, soprattutto nelle vie limitrofe alla multisala».

Le soluzioni? «Lasciare il ponte solo per il traffico leggero e pedonale – sostiene Giampaoletti – e costruirne un altro, rispettando il vecchio progetto, dietro il supermercato Ipersimply, con un’unica campata in acciaio (vedi autostrada)».

In relazione al finanziamento «visto che ora la proprietà è del Comune, dopo tutti i passaggi tra Provincia e Anas, si potrebbe far partecipare questi enti al controllo delle manutenzioni fatte». E non è tutto perché «la Regione deve mantenere la sua parola (non specificata ma evidentemente nel dare il suo apporto alla risoluzione del problema ndr), e si potrebbe studiare anche una tassa di scopo visto che la viabilità serve a tutti i cittadini, jesini e non».

La lunga nota di Giampaoletti si conclude con una conclusione prettamente politica (locale) ritornando su temi ampiamente discussi negli anni passati, quando ci si accorse del “buco” nelle casse pubbliche.

«Peccato  per il denaro che è servito a pagare i debiti che sono stati ereditati dalle precedenti Amministrazioni, potevano servire a finanziare il ponte».

«Non solo il ponte San Carlo mi preoccupa,  ma anche quello della Granita, in viale del Lavoro, e il viadotto della zona Fornace che nonostante sia il più giovane si deve tenere sotto controllo. Perciò monitorarli per analizzare come sono attualmente i materiali».

(s.b.)

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