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Cronaca

Jesi Monopattini e bici in centro fanno paura, in arrivo un giro di vite

I recenti incidenti hanno acuito la portata del problema, la Fondazione Scarponi invita al buon senso chi va su due ruote, mentre l’Amministrazione comunale prepara nuove regole, anche dure, e controlli della Polizia Locale

monopattino

JesiMonopattini elettrici guidati con sufficienza da ragazzi con AirPods a tutto volume nelle orecchie, biciclette elettriche che corrono più veloci di un vecchio Ciao Piaggio e senso civico vicino al… chilometro zero.

Il centro città diventa così un posto pericoloso in cui circolare e dove stare sempre sul chi va là.

Gli ultimi incidenti lungo Corso Matteotti, in cui diverse persone lamentano di essere state investite e gettate a terra da chi in monopattino si sente il clone di Alberto Tomba nello slalom speciale del Sestriere, hanno fatto scattare l’allarme.

Una ciclista, prudente, lungo Corso Matteotti

L’ultimo incidente nemmeno una settimana fa, quando una 72enne jesina è stata presa in pieno da due ragazzini che l’hanno scaraventata a terra, dileguandosi poi per lo spavento senza nemmeno prestarle soccorso.

L’episodio, solo per un caso fortunato non ha avuto particolari conseguenze per la donna che se l’è cavata con alcune contusioni, ma nemmeno per i due sconsiderati poichè lei non ha sporto denuncia («sarebbe stata contro ignoti e a poco sarebbe servita»).

Il fatto, però, resta e, non essendo il primo, desta preoccupazione e una crescente irritazione nei cittadini, come si evince anche dai commenti sotto ai nostri canali social nei quali, con sfumature diverse, tutti esprimono indignazione ed evocano di imporre il divieto di circolazione.

L’Amministrazione comunale non ha preso la questione alla leggera e, come ci conferma in prima persona il sindaco Lorenzo Fiordelmondo, che ha anche la delega della Polizia Locale, in Giunta si sta ragionando sul da farsi e a stretto giro arriveranno i primi provvedimenti.

Il sindaco Lorenzo Fiordelmondo prepara un giro di vite per bici e monopattini lungo il Corso

«Attualmente stiamo ragionando sulle contromisure di adottare per arginare il fenomeno e presto prenderemo una decisione. Chiaro che la parte pedonale di Corso Matteotti è posta alla fine di un percorso ciclabile, dotato anche di una pista che termina dove ci sono i dissuasori a terra, ed arrestarlo di colpo sarebbe un controsenso e non rientra nella nostra politica. Tuttavia, la cosa da fare sicuramente è disciplinare il modo in cui si potrà proseguire in biciletta lungo il Corso da quel punto in avanti».

L’inizio della zona pedonale di Corso Matteotti con i dissuasori cilindrici a scomparsa

Allo studio del Sindaco e degli uffici comunali preposti ci sarebbe anche una ripartizione oraria, tra le ore in cui si potrà proseguire in sella (moderando la velocità) e altre in cui si dovrà necessariamente scendere e spingere il mezzo a due ruote a mano.

«Ad esempio, in ore in cui il passeggio è meno affollato, magari si può immaginare che non sia necessario scendere ma solo rallentare, mentre dalle 17 fino a sera si debba necessariamente proseguire spingendo la bicicletta. Non è pensabile che lungo il Corso si possano fare le gare di velocità. Ovviamente, mettendo le regole, ci sarà anche il controllo da parte della Polizia Locale».

La Polizia Locale vigilerà sul rispetto delle regole per biciclette e monopattini

Si potrà continuare a entrare in biciletta per il Corso, insomma, ma con regole precise sul come, perchè «il pedone – afferma Fiordelmendo – e la sua sicurezza deve avere la priorità su tutto e in questo mandato stiamo lavorando molto per questo».

E per quanto riguarda i monopattini?

«Sui monopattini, almeno personalmente – risponde categorico il primo cittadino -, ho un’idea ancora più rigida. Sono mezzi che vanno troppo veloci, sono difficili da controllare e mettono ancora di più in pericolo sia chi va a piedi che le stesse persone che li guidano. Non escludo che per questo mezzo possiamo addirittura pensare a un divieto di circolazione per le vie del centro».

Chi si occupa di sicurezza stradale, specie nell’ottica vista all’inverso, ovvero di chi in strada sta sulle due ruote e rischia a causa di chi va su quattro, è Marco Scarponi, presidente dell’associazione che porta il nome dell’indimenticato fratello Michele e che ha la sua nuova sede proprio in centro, in Corso Matteotti.

Cingoli fondazione MICHELE scarponi
Marco Scarponi, presidente della fondazione pro-sicurezza del ciclisti intitolata al frattello Michele

«Iniziamo con il dire che questi episodi ci sono in tutte le città – ci dice Scarponi – non sono problemi solo jesini. Tutto riguarda l’educazione personale, specie di certi ragazzi che sopra un mezzo si sentono padroni di chissà cosa. Va sicuramente regolamentato l’uso delle bici e dei monopattini. In realtà sarebbe giusto che in queste aree centrali, dove la gente passeggia, chi va in bicicletta o in monopattino scenda e vada a piedi senza bisogno di regolamenti. Basterebbe un po’ di educazione».

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