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Cronaca

Jesi Speranza e rinascita in ospedale con la poesia di Maria Teresa Chechile

Esposta nel reparto di Pneumologia del “Carlo Urbani” la lirica della poetessa infermiera “Mi ero persa”

Jesi – La poesia approda in ospedale, grazie ai versi della poetessa infermiera Maria Teresa Chechile.

Proprio all’ingresso del reparto di Pneumologia del “Carlo Urbani”, infatti, di fronte agli uffici dei medici, è stata esposta la poesia simbolo del periodo Covid, “Mi ero persa”, che la poetessa aveva scritto per evocare quel periodo e le emozioni che hanno attraversato il personale sanitario durante la pandemia.

Ora, tutti potranno godere di quei versi, inclusi nell’ultimo volume della poetessaLe foglie non cadono mai uguali“, edito da Albatros, che esprimono il dolore di un momento difficile ma anche la speranza per il futuro.

A quattro anni dal Covid, dopo aver viaggiato in lungo e in largo per l’Italia, rappresentata anche nel murale di Pesaro, “Mi ero persa” fa ritorno alle sue origini, a Jesi, nel luogo in cui i versi sono nati e, recuperando sentimenti ed emozioni del primo momento, chiude con la speranza che si apre al mondo.

Quella rinascita che è data dalla capacità umana di trovare soluzioni agli innumerevoli problemi, non solo sociali ma anche e soprattutto alla cura del corpo e dell’anima.

(t.f.)

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