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Cronaca

FABRIANO JP INDUSTRIES, MARCHE E UMBRIA PRESSING SUL MISE: “PIANO INDUSTRIALE VA FINANZIATO DALLE BANCHE”

teresa-bellanova-incontro2 fotoFABRIANO, 3 agosto 2016 – Summit al ministero dello Sviluppo economico sulla vertenza JP Industries. Oltre al viceministro Teresa Bellanova, presenti il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli e per l’Umbria il vicepresidente Fabio Paparelli. Al centro dell’incontro le ultime mosse dell’imprenditore cerretese Giovanni Porcarelli che, nel 2012, ha acquistato per circa 10milioni di euro il comparto bianco della Antonio Merloni, costituito dagli stabilimenti fabrianesi di Santa Maria e Maragone e da quello umbro di Gaifana. Riassumendo 700 tute blu ex Ardo, equamente distribuite fra le due Regioni. Nel corso di questi anni, la newco ha lavorato pochissimo ed utilizzando la cassa integrazione. Le motivazioni per questo stato di cose erano da ricercarsi nel contenzioso promosso da un pool di banche che, vantando crediti milionari nei confronti della Antonio Merloni, avevano impugnato la vendita a Porcarelli per via del prezzo troppo eseguo sborsato dall’imprenditore cerretese. I giudici del tribunale di Ancona, sia in Primo che in Appello, si sono pronunciati a favore degli istituti di credito. In Cassazione, invece, verdetto ribaltato e spada di Damocle, ormai, alle spalle.

operai jp umbri fotoTutto risolto? Neppure per idea. Porcarelli ha presentato un piano industriale dicendosi disposto ad investire 16milioni di euro per nuovi prodotti e 20milioni di euro in ricerca e sviluppo. Questo avrebbe significato, ovviamente, una produzione meno a singhiozzo. Intanto, è sopraggiunta una nuova proroga, a salvaguardia del reddito per le tute blu, della cassa integrazione per altri 21 mesi, fino al 2018 circa. Ma le banche, sconfitte in giudizio, hanno fatto difficoltà ad aprire linee di credito per la JP. Si sono susseguiti incontri in sede ministeriale e regionale, ma la difficoltà non è stata risolta. La scorsa settimana, il colpo di scena. Con Porcarelli che ha annunciato l’apertura di una procedura di mobilità per 400 dipendenti su 684 complessivi, qualche unità si è stancata della situazione ed ha cercato altrove lavoro. Le motivazioni ufficiali per questa decisione, che di fatto è l’anticamera del licenziamento, sono due: mutate condizioni del mercato degli elettrodomestici che non si riprende e, soprattutto, le difficoltà per l’approvvigionamento di finanziamenti bancari.

jpSono insorti, nell’ordine, sindacati, Istituzioni a tutti i livelli e, naturalmente, le stesse tute blu. Ieri, 2 agosto, il Governatore marchigiano ha incontrato Porcarelli a Palazzo Raffaello. “Porcarelli da quattro anni sta cercando di portare in fondo una scommessa straordinaria. Un percorso che necessità di essere finanziato dalle banche”, le parole di Ceriscioli. Di fatto, confermando che la vera motivazione dell’imprenditore cerretese – come del resto ribadito, fin da subito, dai sindacati – per l’apertura della procedura di mobilità è da ricercarsi nella diatriba imprenditore-banche. Una sorta di aut aut: o aprite linee di credito o licenzio oltre il 60% della forza lavoro. E di questo, oggi pomeriggio 3 agosto, si è parlato nel summit convocato al Mise. Al termine del quale, Ceriscioli ha ribadito quanto espresso ieri. Da sua parte, il viceministro Bellanova ha assicurato che si attiverà per continuare a fare pressione sulle banche, “per risolvere la questione”.

Intanto domani mattina, 4 agosto, alle 9, ad incontrare l’imprenditore cerretese saranno, questa volta, i rappresentanti sindacali territoriali. Il summit si svolgerà nella sala riunioni dello stabilimento fabrianese di Santa Maria.

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