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Cronaca

JESI FESTA DELLA REPUBBLICA: IL DISCORSO DEL SINDACO MASSIMO BACCI

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(foto Pienne)

JESI, 2 GIUGNO 2016 – Buongiorno a tutti e benvenuti alla Festa della Repubblica.

Saluto le autorità civili e militari, le associazioni combattentistiche e d’arma, i partigiani, i cittadini tutti.

Si rinnova oggi, 2 giugno, la celebrazione dell’assetto istituzionale scelto  dal nostro Paese: la Repubblica.

70 anni fa il popolo compiva una scelta di campo. Ed ancora oggi questa data si carica di significati.

Prima di andare al teatro Moriconi di Piazza Federico II per la tradizionale consegna della copia della Costituzione italiana ai ragazzi che nel 2016 compiono 18 anni, desidero fare due riflessioni.

La prima. Mai come quest’anno la Costituzione è oggetto di ampia discussione per le modifiche introdotte ed oggetto di prossima consultazione referendaria. Compito di un Sindaco non è quello di schierarsi, ma di contribuire a permettere ai propri cittadini di compiere le rispettive valutazioni e decidere, in piena autonomia, se condividere o meno le novità introdotte. Per questo, nel sito Internet del Comune, a far data da oggi – nella sezione Referendum – è disponibile il materiale fornitoci dalla Lega delle Autonomie Locali per illustrare oggettivamente il tema in discussione, così da permettere a ciascuno di farsi la propria opinione. E mi auguro che possa essere oggetto di riflessione specialmente dai giovani che con la cerimonia odierna sono responsabilizzati a tenere in considerazione questo testo.

Non entro dunque nel merito. Mentre – per quanto riguarda il metodo – non posso non sottolineare come una riforma del genere forse sarebbe stato più opportuno che nascesse in Parlamento, con il coinvolgimento attivo e partecipativo di tutti, con il più ampio consenso possibile, e non su diretta  iniziativa del Governo.

Aggiungo che svilire la riforma riducendola ad un risparmio economico per il numero ridotto dei parlamentari o per l’abbattimento dei costi di funzionamento lo ritengo fuorviante. Non è da un parlamentare in più o in meno che cambieremo l’Italia se non subentra un’etica diversa.

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(foto Pienne)

Sono assolutamente persuaso che se gli uomini e le donne che vengono chiamati a guidare il Paese sono sempre gli stessi, e dunque non scelti per il merito ma sulla base di correnti e di logiche partitiche, credo che faremo fatica ad arrivare ad un vero cambiamento. Che è quello che tutti vorrebbero e che potrà essere raggiunto solo con la partecipazione attiva ed il protagonismo istituzionale di persone dalle specchiate moralità, dalle capacità, insomma da chi merita per la sapienza, da chi merita per la conoscenza e non certo per le conoscenze.

La seconda riflessione. 70 anni fa, con il voto per la scelta tra la Repubblica e la Monarchia, andarono alle urne per la prima volta tutte le donne. Fu quella una delle prime conquiste sociali e civili del mondo femminile italiano. Donne che oggi, a distanza di 70 anni, tornano drammaticamente tema di attualità per le violenze di cui quotidianamente veniamo a conoscenza, con tragedie che si consumano spesso tra le mura domestiche o comunque nella cerchia di familiari o conoscenti.

Come l’ultima – inaudita e per questo al centro di tutti i telegiornali di questi giorni – che ha avuto per vittima una ragazza di nome Sara.

Sono fenomeni, quelli della violenza sulle donne, di cui purtroppo non è immune neanche il nostro territorio. Lo sportello anti-violenza della Casa delle Donne solo lo scorso anno ha ricevuto ben 35 segnalazioni.

Ed è in ragione di ciò e degli strumenti che possiamo mettere in campo per arginare il fenomeno, che mi fa piacere registrare come Jesi sia oggi tra i primi Comuni in Italia ad aver attuato una straordinaria iniziativa.

Si tratta di  uno speciale protocollo denominato “Codice Rosso”, che vede uniti Comune, Azienda Servizi alla Persona, forze dell’ordine, Asur e Associazione Casa delle Donne. Un progetto che non si basa su enunciazioni di principio, ma su azioni concrete, puntuali ed efficaci. D’ora in poi qualsiasi donna che denuncia una violenza o un abuso troverà immediatamente una rete di aiuto ed assistenza completa, per sé e per gli eventuali figli o congiunti. E questo grazie ad una piena sinergia che permette di superare qualsiasi difficoltà generata da fastidiosi iter burocratici.

Ho scelto dunque i temi della riforma costituzionale e della tutela delle donne vittima di violenza in questo 2 Giugno.

Non certo dimenticando però che questa festa della Repubblica deve anche essere l’occasione per riaffermare il nostro impegno verso la Comunità.

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(foto Pienne)

Lo facciamo guardando con rispetto ed ammirazione ai nostri padri costituenti.

Il loro esempio – protagonisti di una generazione che usciva dalla guerra, che viveva in condizioni anche più difficili di quelle di oggi – il loro esempio deve esserci da guida nelle azioni da compiere oggi. Affinché anche noi possiamo essere di esempio ai nostri figli, ai nostri giovani dando loro una prospettiva di futuro, di certezza più che di speranza.

Un esempio con il nostro comportamento, con la nostra onestà, con il nostro rispetto verso gli altri, con il nostro impegno in ogni attività a cui siamo chiamati.

Solo così ha veramente ancora un senso celebrare insieme questa Festa della Repubblica. Grazie.

Massimo Bacci

Sindaco di Jesi

 

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