Segui QdM Notizie

Chiaravalle

L’omicidio Emma Grilli: premeditazione esclusa, Marinangeli torna a processo

Ris a Chiaravalle

Sostanzialmente si tratta di una conferma della colpevolezza con l’esclusione dell’aggravante, la prima sezione della Corte di Cassazione penale ha rinviato il giudizio alla Corte d’Assise d’Appello di Perugia

Chiaravalle, 20 ottobre 2022 – Maurizio Marinangeli, il sessantunenne cuoco di Chiaravalle affetto da ludopatia e accusato di aver ucciso a coltellate Emma Grilli, l’anziana vicina di casa, andrà nuovamente a processo a Perugia.

«Martedì sera, infatti, la prima sezione della Corte di Cassazione penale di Roma è il sintetico commento dell’avvocato Emiliano Carnevali che con la collega Francesca Palma, entrambi del foro di Fermo, difendono il chiaravallese – ha ritenuto non sussistere premeditazione e ha rinviato il giudizio alla Corte d’Assise d’Appello di Perugia».

La Cassazione, quindi, ha ritenuto che le sentenze di primo e secondo grado hanno erroneamente applicato l’aggravante della premeditazione, che nella realtà non c’era, e che quindi la Corte di appello di Perugia, che è competente in caso di rinvio, deve rideterminare la pena.

Sostanzialmente si tratta di una conferma della colpevolezza di Marinangeli ma è esclusa l’aggravante della premeditazione. Non sono state accolte, invece, le integrazioni della fase istruttoria che potevano portare a rivalutare tutta la figura dell’imputato.

Maurizio Marinangeli era stato condannato per omicidio volontario premeditato aggravato e rapina aggravata.

Secondo l’accusa l’uomo avrebbe aggredito il mattino del 17 luglio 2018 la vicina Emma Grilli nella sua casa di via Verdi a Chiaravalle, per procurarsi di soldi da spendere al gioco: Marinangeli si era appropriato di alcuni monili, tra cui un anello della vittima, e li avrebbe portati in un compro oro di Falconara per ricevere i l denaro.

La donna fu ritrovata senza vita dal marito novantenne, Alfio Vichi, che era rientrato a casa dopo essersi recato a fare la spesa.

Emma Grilli con il marito Alfio Vichi

Marinangeli stava scontando una condanna all’ergastolo, nel carcere di Montacuto ad Ancona, dopo che il 25 novembre 2021 la Corte di Assise di Appello di Ancona aveva confermato la condanna a vita inflitta in primo grado.

Il ricorso al terzo grado di giustizia è stato presentato dagli avvocati Emiliano Carnevali e Francesca Palma del foro di Fermo. La richiesta era di rivedere l’istruttoria ritenendo che non ci fossero prove sulla colpevolezza del loro assistito. Tra le richieste c’era quella di riascoltare alcuni testimoni, tra i quali una vicina di casa che sentì urlare in un orario diverso da quello stabilito poi per il delitto. Inoltre, i legali di Marinangeli chiedevano di effettuare una nuova perizia psichiatrica sull’imputato con uno specialista delle dipendenze ludopatiche e una nuova perizia su una macchiolina di sangue trovata su una scarpa del sessantunenne.

«Confidiamo ora in un congruo sconto pena – afferma l’avv. Francesca Palma – rispettiamo le sentenze ma Marinangeli non ha commesso l’omicidio».

Maurizio Marinangeli era stato arrestato nella abitazione al terzo piano che condivideva con la madre in via Verdi 19, dieci giorni dopo il delitto, il mattino del 28 luglio 2018 dai Carabinieri del

reparto operativo di Jesi. Secondo l’accusa si sarebbe impadronito di alcuni monili d’oro, due fedi nuziali, due ciondoli e una catenina di oro bianco, rivenduti poco dopo per 400 euro e recuperati dai militari in un compro oro di Falconara.

©riproduzione riservata

News