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Cronaca

CUPRA MONTANA SANT’ANTONIO ABATE, LA BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI: RITORNO ALLA TRADIZIONE

Sant’Antò da a barba bianca

Quello delle pagnottelle,

color d’oro e scrocchiarelle

da spartisse tutti assieme

‘n po’ perù, chi vène vène,

come l’acqua del Signore

quanno a manna giò de còre!

 

(foto Cristiana Loccioni)

(foto Cristiana Loccioni)

(foto Cristiana Loccioni)

(foto Cristiana Loccioni)

CUPRA MONTANA, 17 gennaio 2016 – Quanti ricordi legati a questa data; ricordi di feste trascorse in famiglia, in un’intimità che era quasi onirica.

Chi più chi meno eravamo, in questo paese, di estrazione campagnola e con gli animali domestici avevamo una certa dimestichezza.

Per ragioni diverse ognuno di noi aveva il suo preferito, per esserci cresciuto assieme e per averne fatto un compagno di giochi prezioso ed insostituibile.

Non erano soltanto i classici cani e gatti a dividersi le nostre simpatie ma una miriade di piccoli amici più o meno pelosi che spesso curavamo di nascosto degli adulti per ragioni di igiene .

Mi è caro in modo particolare il ricordo delle cetonie che conservavo gelosamente all’interno di una scatola di lucido da scarpe, rifornite di profumatissimi petali di rose e di fiori di sambuco e che esibivo con orgoglio al grido di “candelera zuuu” roteandole per l’aria!

(foto Cristiana Loccioni)

(foto Cristiana Loccioni)

(foto Cristiana Loccioni)

(foto Cristiana Loccioni)

Crudeltà bambina di cui non riesco nemmeno oggi, da adulto, a stupirti e tantomeno a pentirmi!

Oggi è rimasta la chiesa dei Frati ad essere ancora frequentata da qualche sporadico animale che da solo non riesce ad avvivare tutta la cerimonia della benedizione.

Mi ricordo di qualche tempo fa, non molto in verità, che la strada per il santuario brulicava di gente e di animali che più o meno compostamente si preparavano a vivere la festa.

C’erano scoiattoli, furetti, galli, galline, tacchini ed un’innumerevole serie di cani da guardia e da caccia che, resi nervosi dalla promiscuità sollecitavano i guinzagli  tesi nelle mani degli accorti padroni.

Commovente era la cura con la quale i contadini addobbavano i loro animali e l’orgoglio con il quale li esibivano.

Nella società prettamente agricola di questo tempo appena trascorso uomini e animali vivevano in simbiosi anche i momenti di festa.

Ripensare a queste tradizioni e cercare di conservarne la memoria dovrebbe essere piacevolissimo compito e dovere per tutti noi.

([email protected])

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