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Cronaca

La storia Jonatan dall’Argentina a Jesi: sogni, lavoro e… paracadute – Video

Il 32enne barista approdato da pochi mesi allo chalet lo sBARello dei giardini di Viale Cavallotti, «accolto come in una famiglia, la prima parola di italiano che ho imparato? “Muntobè”»

Jesi – Vengono dall’Argentina i sogni di Jonatan David Solaz, il 32enne che lavora come barista allo chalet Lo sBARello dei giardini pubblici di Viale Cavallotti.

Un ragazzo la cui solarità e il grande impegno nel lavoro hanno conquistato il titolare Matteo Montesi che ha deciso di premiarlo con un regalo che lo rappresenta nel profondo: un lancio in tandem col paracadute allo Skydive Fano.

Jonatan con Matteo Montesi titolare de lo sBARello ai giardini di Viale Cavallotti

«Non mi è mai capitato prima d’ora che uno dei titolari per cui lavoravo mi facesse un regalo, ne sono rimasto sorpreso, felice, pieno di riconoscenza. Una volta, chiaccherando, Matteo mi ha chiesto quale fosse un sogno da realizzare e abbiamo parlato del volo. Così un giorno mi ha fatto la sorpresa…», racconta la sue esperienza col sorriso negli occhi, Jonatan, intercalando espressioni italiane, jesine, argentine con un tocco di inglese.

Arrivato a Jesi, Jonatan non masticava neanche una parola di italiano, ha trovato su internet l’annuncio di lavoro del titolare dello chalet e ha risposto all’offerta scoprendo poi che abitavano poco distanti.

Jonatan David Solaz

«Quando ci siamo visti per il colloquio – ha raccontato Matteo Montesi – ho capito subito che Jonatan era un ragazzo volenteroso e brillante. Ci capivamo a gesti e con un po’ di inglese, ma la lingua non mi sembrava un problema, sapevo che avrebbe imparato presto. Mi ha colpito la sua voglia di fare e di dare una mano fin da subito».

«Successivamente mi ha raccontato la sua storia, la decisione di lasciare l’Argentina per la voglia di viaggiare ma anche per trovare lavoro e mandare un aiuto economico alla famiglia. Il suo desiderio di prendere la cittadinanza italiana per spostarsi più agevolmente anche in altri Paesi europei».

«La sua storia mi ha fatto ricordare quando eravamo noi italiani a emigrare in Argentina e in America per trovare lavoro e vivere in condizioni migliori. Oggi l’Argentina non vive un periodo felice, lui come altri giovani cercano fortuna all’estero. Come, in quell’occasione, l’Argentina ci ha accolto ed ospitato, è bello contraccambiare l’ospitalità».

«Con Jonatan è scattata subito una sintonia, è diventato uno di famiglia. Il giorno stesso del colloquio si è offerto di aiutarmi a ripulire tutto il bar per l’apertura imminente. Si è mostrato sempre disponibile e volenteroso. Mi è sembrato giusto fargli un regalo per il suo impegno. Così come mi capita di farlo anche agli altri dipendenti».

Un regalo che simboleggia per Jonatan il suo modo di affrontare la vita, un lancio con il paracadute è un tuffo nelle novità e nelle occasioni che il viaggio ci può offrire.

«Lanciarsi è stato emozionante, ho avuto paura prima di salire in aereo, quando sapevo che di lì a poco sarebbe toccato a me – ha raccontato Jonatan – ma poi mi sono goduto il volo, ammirando a occhi spalancati tutta quella bellezza».

E’ andato così anche il lancio nelle avventure della vita quando Jonatan, dopo la malattia del padre, ha deciso di lasciare l’Argentina per dare una mano alla famiglia andando a lavorare prima in Messico, poi a Cipro, a Mayorca e in Spagna, trovando posti da barista, cameriere, responsabile di un ostello.

«Lo scorso anno ho lavorato a Monza ma non mi sono trovato bene, le persone erano molto fredde. Qua invece ho visto una situazione molto diversa, le persone sono riservate ma quando prendono confidenza ti spalancano le porte del cuore. Mi trovo bene, ho fatto amicizie e ho potuto prendere la cittadinanza italiana, avendo un bisnonno di origine italiana».

«La prima parola che ho imparato in italiano? Muntobè!».

(foto in primo piano, Jonatan durante il lancio con il paracadute)

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