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Cronaca

JESI Don Cristiano Marasca: «La scuola è una comunità»

Il racconto del docente degli studenti che hanno proposto un questionario agli adolescenti per sapere come stanno dopo un anno di didattica a distanza

JESI, 14 aprile 2021La scuola come comunità nella quale studenti e studentesse vengano ascoltati e compresi, non solo interrogati e valutati.

Don Cristiano Marasca è docente della III classe del Liceo Scientifico di Jesi, indirizzo Scienze Applicate, e ha seguito l’iniziativa degli alunni che hanno realizzato un questionario per chiedere ai coetanei come si sentono dopo un anno di didattica a distanza.

«L’iniziativa è molto interessane perché viene dai ragazzi – spiega -. E’ proprio questo senso di comunità di cui hanno sentito il bisogno, non che la scuola non lo fosse anche prima ma probabilmente con la routine lo si dava per scontato. E’ emerso un forte disagio psicologico e diffuso: realtà che credevo distanti e che invece ho registrato dalle stesse parole dei ragazzi. Mi sono reso conto di quanto lo schermo tolga effettivamente quel che si vede con gli occhi».

E’ un giovedì pomeriggio e sono in corso i consigli di classe quando, alla fatidica domanda, “Avete osservazioni o richieste da fare?” gli studenti intervengono illustrando i risultati del loro questionario, una fotografia dello stato d’animo della classe.

«La voce, forte, chiara e decisa, di chi è stanco di non essere ascoltato e considerato, di chi sta vivendo, sì come tutti, le limitazioni e le restrizioni della zona rossa o arancione, e a cui sono stati ormai tolti mesi di vita e di normalità, perdendo forse però qualcosa in più, quel qualcosa che da adulti facciamo fatica a comprendere. Altre scelte rispetto alla Dad forse non c’erano ma l’ascolto, la comprensione, l’empatia non devono mai mancare».

Sono stanco di non essere ascoltato” è una delle risposte: «Sette ragazzi su 10 sostengono che il proprio umore sia peggiorato, difatti, alcuni si sentono “oppressi” e “stressati” dalla grande mole di lavoro che a volte viene assegnata – si legge nei risultati dell’indagine -. Altri ancora sentono fortemente il peso di questo lockdown e della vita monotona che stiamo vivendo per non parlare della profonda nostalgia per la libertà e la spensieratezza a cui eravamo abituati».

Il carico scolastico è aumentato, seguire le lezioni a distanza è complesso, manca il rapporto con i docenti.

«L’85% ritiene che a scuola non si parli abbastanza di salute mentale, tema delicato che non va assolutamente sottovalutato, specialmente in questo periodo complicato, affinché la scuola possa acquistare valore anche come luogo di crescita psicologica», spiegano.

Il lavoro svolto ha avuto il plauso della dirigente Fabiola Fabbri: l’idea è quella di proporre il questionario a tutte le scuole e creare occasioni di confronto.

Eleonora Dottori

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