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Cronaca

JESI PUBBLICO DELLE GRANDI OCCASIONI, GLI ONAFIFETTI “TESTIMONI” DEL RITORNO DI FEDERICO II

Gli Onafifetti, ovvero: Giovanni Filosa, Piergiorgio Memè, Mario Sardella e Marta Tacconi (pianoforte)

Gli Onafifetti, ovvero: Giovanni Filosa, Piergiorgio Memè, Mario Sardella e Marta Tacconi (pianoforte)

Pubblico numeroso e attento, stipato non solo nella sala conferenze, ma anche nelle adiacenti salette

Pubblico numeroso e attento, stipato non solo nella sala conferenze, ma anche nelle adiacenti salette

JESI, 23 dicembre 2015 –  Sarebbe facile scrivere di un pomeriggio, quello del 20 dicembre scorso, vissuto alla Fondazione Federico II Hohenstaufen per raccontare di un (ennesimo) evento organizzato dal sodalizio jesino che, ormai, ci ha abituato ad appuntamenti di grande spessore culturale.

Stavolta si parlava proprio di lui, del grande imperatore, con la lettura di quattro tesi internazionali sulla sua figura, presentate da altrettanti giovani studenti (c’è stato un solo forfait, perché in realtà erano 5), al cospetto di un pubblico numeroso e attento, stipato non solo nella sala conferenze, ma anche nelle adiacenti salette. Dante Ricci, coadiuvato dalla consorte Mugia Bellagamba, ha presentato la serata e letto brani e poesie, Tommaso Scarponi, al piano, e Andrea Paladini, al violino – della scuola di musica “GB Pergolesi” – hanno interpretato brani molto coinvolgenti. E poi loro. Gli Onafifetti, il noto gruppo cabarettistico che ha proposto la scenetta con interprete principale lo stupor mundi intento a ritornare nella sua Jesi dalla Sicilia.

Dicevamo sarebbe facile scriverne. Allora abbiamo pensato di farci raccontare proprio da uno di loro, Giovanni Filosa, e a modo loro, com’è andata.

«Pomeriggio intrigante – ci dice Giovanni – interessante, invece, per i non addetti ai lavori! Per il giovane che non è potuto venire diciamo che la sua tesi è stata data per letta… in contumacia».

E voi, tutto a posto, soddisfatti dell’accoglienza?

«Il pubblico ci ha accolto – i soliti tre, io Piergiorgio Memè, Mario Sardella e la quarta onafifetta Marta Tacconi, al pianoforte – con la stima, l’affetto e la simpatia di sempre. Chiaramente, considerata la loro età, a ciascuno dei presenti era stato messo a disposizione un kit con medicinali adatti per la rianimazione e, infine, una minestrina calda, meglio se col riso. Noi non ce la siamo presa più di tanto anche perché Marta, con i suoi 28 anni, abbassa notevolmente la nostra media».

Federico II al centro dell’attenzione generale, dunque…

«Abbiamo spiegato, a chi non lo aveva ancora capito, dopo le tesi, chi era in realtà Federico II, un uomo altissimo quanto a livello morale e filosofico, ma basso di statura, anche meno di Brunetta, sembra, e questo ha fatto infuriare la sua regale persona. Abbiamo raccontato di come egli, con lo scudiero Sigfrido – non proprio eterosessuale…- e il fido Mustafà, siano saliti dalla Sicilia per fuggire dai vari Crocetta e Alfano, abbiano attraversato lo stretto sul ponte appena costruito, percorso la Salerno-Reggio Calabria appena terminata e si siano avvicinati a Jesi aspettandosi una folla festante. Che c’era, ma inalberava cartelli con su scritte tre B, che stavano a significare Bacci, Bucci, Butini…».

E poi?

«E poi, chi vorrà,  lo scoprirà nel prossimo nostro spettacolo che debutterà in primavera. In confidenza, però, Federico II fugge per non cadere nelle braccia della Fondazione che porta il suo nome, la quale gli vorrebbe far fare una ventina di conferenze su… Federico II».

Sul loro profilo facebook gli auguri di Natale alla città. Andate a vedere…

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