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Cronaca

FABRIANO BOTTA E RISPOSTA SUL PRESUNTO ABUSO EDILIZIO, RISCHIO QUERELE INCROCIATE

arcioni abuso edilio fotoFABRIANO, 14 maggio 2016 – Caso politico ed altissimo rischio querele incrociate. «Accuse che non posso in alcun modo tollerare né come professionista né come persona», la dura risposta del geometra Riccardo Crocetti, consigliere comunale del Pd, rispetto alle pesanti bordate che gli sono state rivolte dal capogruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, Joselito Arcioni, al quale è stato notificato l’avvio di contestazione per un presunto abuso edilizio contestatogli dal comune di Fabriano lo scorso 27 aprile. Secondo quanto si legge nelle carte gli immobili non sarebbero conformi rispetto alle concessioni edilizie in base alla vigenti normative. E per la concimaia, la mancata autorizzazione ed il non rispetto delle distanze dal fiume Giano, con conseguente sversamento non autorizzato nelle acque stesse. L’esponente grillino, oltre a vederci dietro un disegno di attacco politico, ha chiamato in causa Crocetti e la sua professionalità. Dopo la ricostruzione di Arcioni, a replica è ora Crocetti. «Nel 2010 a seguito del decesso del padre del consigliere Arcioni, lo stesso mi diede incarico di predisporre esclusivamente la pratica di successione ereditaria. Ho espletato l’incarico con la massima diligenza e trasparenza nei confronti del cliente, come sempre ho fatto nella mia pluridecennale attività professionale». In ossequio al mandato conferitogli «ho proceduto all’accatastamento dei soli manufatti costruiti in forza di licenza edilizia rilasciata dal Comune di Fabriano. Altro non posso aggiungere in questa sede proprio per non contravvenire agli obblighi di riservatezza professionale, che ingiustamente il consigliere Arcioni mi accusa di aver violato. Accuse che non posso in alcun modo tollerare né come professionista né come persona». Ma non finisce qui. «Invito il consigliere Arcioni a scusarsi pubblicamente per le gravi ed infamanti offese rivolte  alla mia persona nelle sue dichiarazioni. Diversamente mi vedrò costretto a dare mandato ai miei legali per tutelare la mia onorabilità e quella del mio studio». Dunque, oltre al piano politico con annesso rischio di questione morale che è già stato sollevato dal consigliere comunale, Pino Pariano, che ha invocato le dimissioni «qualora non si possa dimostrare che non c’è stato alcun illecito», ora l’intera vicenda rischia di trasferirsi nelle aule giudiziarie per querele incrociate da parte di Arcioni e Crocetti.

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